“Le parole che dobbiamo provare a introdurre sono partecipazione, trasparenza e inclusione. In primo luogo la partecipazione, perché altrimenti non c'è nessuna prospettiva politica e si crea una progressiva sfiducia nelle istituzioni”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Susanna Camusso parlando delle recenti elezioni amministrative nel suo intervento alla festa di LiberEtà a Milano. Poi la trasparenza, “non nel senso del grillismo, quello che doveva aprire il Parlamento come una scatola di tonno, ma nella certezza dei contenuti della politica. Bisogna che qualcuno si domandi qualcosa, se più della metà dei cittadini non va a votare”. E qui rientra la necessità di inclusione, perché “se guardiamo i dati, tanti di coloro che non votano sono quelli che mediamente non stanno benissimo, sono tra i 12 milioni di persone che non si curano, tra i ragazzi che vanno all'estero perché non trovano lavoro, tra i pensionati che non ce la fanno”.

 

Tutto questo riconduce al tema centrale per la qualità della vita, quello del lavoro, “perché la disoccupazione è uno di quei fattori che cambia i rapporti che determinano insicurezza. E quando lavori, devi avere anche dei diritti. Non c'è inclusione – aggiunge Camusso – se i diritti non sono in capo alle persone, e vale per il lavoro come vale per la sanità o per il sociale”. In vista dell'Assemblea generale Cgil del 10 e 11 luglio, e poi della conferenza programmatica, aggiunge, “dobbiamo riprendere a dare dimensione e anche a riprogettare la contrattazione, non solo quella aziendale o di categoria ma anche quella sociale e territoriale. Una contrattazione che deve inserirsi nel cambiamento e nelll'innovazione tecnologica per guidare i processi a partire dal lavoro e dalla condizione delle persone”.