In due mesi, dalla metà di ottobre alla metà di dicembre, lo Spi Cgil di Bergamo ha visitato circa 50 case di riposo della provincia. Obiettivo: incontrare ex lavoratori dipendenti ora pensionati che fino ad oggi non sapevano di avere diritto (con determinati requisiti) a integrazioni al minimo, prestazioni assistenziali, assegni al nucleo famigliare, pur essendo rimasti soli.

Sono molti i pensionati poco o per nulla informati su maggiorazioni dovute ma non versate dall’Inps perché erogabili solo dietro richiesta, dunque non automaticamente. Ecco perché è importante controllare la propria pensione, alla ricerca dei cosiddetti “diritti inespressi”: “A questo tema è stata dedicata la nostra impegnativa campagna che ha visto la prima fase concludersi proprio in questi giorni” ha spiegato Giacomo Pessina della segreteria provinciale dello Spi Cgil. “Abbiamo incontrato almeno 1.200 persone, a centinaia hanno deciso di far controllare i propri importi. Di questi, in media 4 su 10 hanno avuto diritto a prestazioni aggiuntive di cui non sapevano nulla”.

“Abbiamo scelto di incontrare i pensionati e i loro famigliari partendo dalle case di riposo perché lì si trovano le persone più fragili e che con più fatica riescono ad essere informate in merito ai cosiddetti ‘diritti inespressi’, ovvero quei diritti che, se non richiesti espressamente, non vengono erogati” è tornata a spiegare, come all’avvio della campagna, Augusta Passera, segretaria generale dello Spi Cgil di Bergamo. “Si tratta diprestazioni aggiuntive rivolte in particolare a coloro che hanno una pensione dagli importi bassi e che si trovano in disagio economico. Parliamo cioè di maggiorazioni sociali, quattordicesima, assegni familiari, social card, somme o prestazioni per le quali occorre presentare domanda e che possono sorgere in un momento successivo alla liquidazione della pensione”.

Gli incontri, per la successiva fase della campagna, proseguiranno anche nei primi mesi del 2018.