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"Siamo in presenza un fatto molto grave, si tratta di episodi coordinati tra loro. È molto importante che la prima risposta sia arrivata dalle segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil". Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Nino Baseotto, ai microfoni di RadioArticolo1, commentando le intimidazioni fasciste contro le sedi del sindacato.
"Al momento l'attacco riguarda dodici sedi", spiega Baseotto, "è quindi un attacco su scala nazionale. È la prima volta che avviene in questi termini: siamo davanti a un'organizzazione che ha discusso, pianificato e organizzato una provocazione in tutto il Paese". Non si attacca solo il sindacato: "Con noi viene colpito il diritto di lavoratori e pensionati a esprimersi e organizzarsi. Si attacca l'unico baluardo per contrastare gli incidenti e i morti sul lavoro".
Adesso serve una reazione ferma ed efficace. "Chiediamo a lavoratori, lavoratrici, pensionati e a tutti i democratici una grande vigilanza - prosegue -. Alle forze dell'ordine chiediamo di agire presto e individuare i responsabili. Gli apparati di sicurezza dello Stato, invece, hanno il compito di garantire ancora più di prima l'esercizio delle libertà sindacali".
Lo scenario attuale segna "un'ulteriore recrudescenza di un gesto fascista che dura da mesi", secondo Baseotto. "Va fatta una riflessione anche guardando al nuovo governo: quando si deciderà di dichiarare queste azioni incompatibili col dettato costituzionale e le leggi dello Stato? Ci ricordiamo tutti che la Costituzione vieta la ricostituzione del partito fascista? Allora poniamo questa domanda alle istituzioni e al prossimo governo, se si costituirà". Il sindacato "viene attaccato come simbolo e struttura della democrazia del Paese - conclude Baseotto -: vogliono intimidire l'attività sindacale, delegati e lavoratori, in modo inaccettabile. Per questo il problema non riguarda solo Cgil, Cisl e Uil, ma la totalità dello Stato e delle istituzioni democratiche".