Ai candidati alle prossime elezioni l'Anmil, l'associazione nazionale di mutilati e invalidi del lavoro, chiede “impegni chiari e determinati nelle politiche sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e per la tutela delle vittime di infortuni, rispetto ai gravi problemi ancora sul tappeto”. Ad affermarlo in una nota è il presidente dell'Anmil, Franco Bettoni.

“Con o senza crisi - sottolinea guardando ai dati diffusi in questi giorni dalle varie associazioni di categoria -, riuscire a trovare un piccolo lavoro non può essere un motivo per rinunciare alla sicurezza né possono approfittarne piccoli imprenditori senza scrupoli che pur di cercare di risparmiare qualche euro, soprattutto in periodi particolari e festivi, prendono in alberghi e ristoranti personale 'senza troppe pretese' con contratti meramente verbali”.

I dati sull'aumento della disoccupazione e delle ore di cig diffusi nei giorni scorsi dalla Cgia, letti insieme a quelli raccolti dalla Fillea-Cgil sul calo dell'occupazione nel comparto dell'edilizia, sottolinea, “gettano ulteriore preoccupazione. Le prime stime sul fenomeno infortunistico nel 2012 comunicate dal ministro Fornero lo scorso 19 dicembre: 850 morti e 750.000 infortuni, numeri che a fronte del calo occupazionale lasciano pensare ad un rallentamento, se non addirittura ad un'inversione di tendenza, del trend positivo registrato negli ultimi anni (nel 2011 erano stati 920 i morti e 725.000 gli infortuni)”.

“Dunque – prosegue Bettoni – se è quanto mai opportuna una attenta valutazione delle candidature, rivolgiamo però ai candidati premier un forte appello affinché nei rispettivi programmi di governo prevedano impegni chiari e determinati nelle politiche sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e per la tutela delle vittime di infortuni, rispetto ai gravi problemi ancora sul tappeto. A quattro anni dalla entrata in vigore del Testo Unico per la sicurezza sul lavoro non è stata ancora completata l’emanazione dei provvedimenti di secondo livello di attuazione; resta assolutamente insoddisfacente il coordinamento delle attività ispettive e di vigilanza sul territorio nazionale per la carenza di personale e per l’applicazione disomogenea della normativa di riferimento; restano ancora da prevedere norme di tutela specifiche per alcuni settori molto importanti, come ad esempio i trasporti, per i quali rimangono in vigore discipline ormai troppo vecchie a fronte di un tasso di infortuni molto alto; restano ancora elevati il lavoro nero, gli infortuni e le malattie professionali nell’agricoltura; mentre l’inadeguatezza della normativa sull’assicurazione delle vittime del lavoro, regolata ancora da Testo Unico infortuni del 1965 ormai è obsoleta in quanto non tiene conto dei cambiamenti sociali intervenuti in quasi cinquant’anni”.

“Su questi temi – conclude Bettoni – e con noi i 450.000 iscritti all’Associazione, misureremo le forze politiche che concorreranno per il governo del Paese, pronti come sempre a collaborare con coloro che vogliono condividere il nostro impegno ma fermi e ostinati a lottare per vedere più garantiti i nostri diritti”.