Prosegue senza sosta la mobilitazione dei dipendenti ex Alstom Power (ora General Electric) contro il piano di 179 esuberi e trasferimenti forzati annunciato dalla multinazionale. Siamo a ridosso dei primi licenziamenti, che dovrebbero arrivare il 30 settembre. Anche per questo, diventa decisivo l'incontro al ministero dello Sviluppo economico in programma per oggi (lunedì 26 settembre), per consentire una gestione non traumatica della vertenza.

Due le questioni principali sul piatto: il trasferimento forzato di circa 50 dipendenti dai vari stabilimenti italiani, e il futuro dell’impianto di Sesto San Giovanni, nel quale sono previsti gli esuberi in conseguenza del passaggio dalla produzione alla concentrazione sulle attività di “service'”. Nelle scorse settimane si sono tenuti gli scioperi che hanno interessato i dipendenti degli stabilimenti italiani: da Sesto San Giovanni a Lecco, da Firenze a Bari, per concludersi a Bologna, Roma e Savigliano (Cuneo). Il 6 settembre c'è stato un altro incontro “triangolare” al ministero, che però non ha dato risultati sostanziali. 

Il timore dei sindacati è sempre lo stesso: un progressivo disimpegno industriale della multinazionale, leader mondiale nella progettazione e nella realizzazione dei sistemi che permettono la gestione e il controllo del trasporto ferroviario e metropolitano. Finora la trattativa tra Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e impresa, con la mediazione del governo, non ha raggiunto alcun risultato. 

Nell’ultimo tavolo, esecutivo e sindacati hanno assunto “una posizione netta – ha recentemente spiegato il segretario nazionale Fiom Rosario Rappa – che dovrà determinare una modifica della posizione a oggi assunta da General Electric". La richiesta di Rappa è quella di "mantenere le attività specificamente industriali, anche verificando le possibilità di riconversione o di subentro di soggetti terzi". Per la Fiom non si deve “procedere a alcun licenziamento, oltretutto in un gruppo come General Electric che a livello nazionale sta investendo e assumendo anche con finanziamenti pubblici, ma continuare il confronto e lavorare per individuare una soluzione”.