Mobilitazione degli studenti stamattina (8 aprile) in diversi atenei, nel giorno dei test d'ingresso a Medicina, per denunciare "le conseguenze devastanti del numero chiuso". A Roma, Milano, Padova, Bologna e Torino con presìdi e blitz, i giovani hanno ribadito la propria contrarietà "a un sistema di selezione discriminante e sbagliato che mette sotto scacco il futuro di un'intera generazione e quello del Paese tutto".

"Oggi 64mila aspiranti medici si stanno contendendo poco più di 10mila posti e nei prossimi giorni questa vergognosa lotteria si ripeterà". Così Alberto Campailla, portavoce di Link Coordinamento Universitario. "In gioco c'è il futuro di migliaia di giovani e quello del nostro sistema sanitario: nel 2018 si stima avremo bisogno di oltre 20mila medici, intanto il Miur e il governo scelgono di continuare a restringere l'accesso all'università e a tagliare le borse di specializzazione. Noi crediamo che l'università debba essere accessibile a tutte e tutti. Il sistema italiano del numero chiuso non è l'unico nè il migliore, abbiamo analizzato cosa succede in diversi Paesi d'Europa e del Mondo e crediamo che su queste basi serva aprire un dibattito serio e complessivo sui sistemi di selezione universitaria".

"In centinaia di scuole stamattina abbiamo volantinato contro il numero chiuso e i sistemi di valutazione basati sui test a crocette - continua Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti - Un test non può decidere il livello di preparazione di uno studente, specie quando ingiustamente è stato posto ad aprile in piena preparazione per l'esame di maturità. Un test soprattutto non può decidere del nostro futuro: quando si dà la possibilità ad 1 solo studente su 7 di accedere a medicina non c'è nessuna meritocrazia ma solo un attacco frontale al diritto di tutte e tutti di scegliere cosa studiare. Contro chi sostiene questo modello di valutazione continueremo a mobilitarci, boicottando il 13 Maggio i test Invalsi alle superiori"

"Non si tratta solo di medicina, architettura, veterinaria e odontoiatria: oggi il numero chiuso è realtà per quasi il 60% dei corsi di laurea - conclude Federico del Giudice della Rete della Conoscenza -. Quello che si sta producendo è un espulsione di massa degli studenti dai percorsi d'istruzione. Che futuro si dà all'Italia se s'abbandona un'intera generazione alle maglie della precarietà, alla fuga all'estero o all'esercito dei Neet? Continueremo a mobilitarci nel pomeriggio e nei prossimi giorni contro il numero chiuso e le politiche di smantellamento dell'istruzione pubblica".