Con l’incidente del 27 agosto che ha causato la morte di un lavoratore nel cantiere della A1 nel fiorentino sale a sette il bilancio tragico degli infortuni mortali in edilizia nelle ultime due settimane, con un incremento del 700% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per Dario Boni, segretario nazionale Fillea Cgil, “le dinamiche degli infortuni mortali, caduta dall’alto, esplosioni e folgorazioni, purtroppo sono delle costanti che ritroviamo nelle migliaia di lutti che hanno colpito le famiglie dei lavoratori edili italiani. A queste costanti si aggiunge il dato dell’età dei lavoratori vittime di incidenti mortali, moltissimi dei quali erano over 58 anni, aspetto che impone una riflessione attenta sul tema del lavoro edile e della riforme del sistema pensionistico”.

Le tragedie di questi giorni, aggiunge il sindacalista, "ci devono far riflettere su quanto è stato fatto e quanto si può ancora fare per evitare questi drammi, che non sono eventi imponderabili ma chiamano in causa responsabilità precise e impongono risposte da parte degli organi competenti e di tutto il sistema delle costruzioni”. 

Per l’esponente Fillea, “quella dei morti sul lavoro è una ferita che non si rimargina, e si acuisce in periodo di crisi e disagio economico”, come dimostra il monitoraggio degli edili Cgil secondo il quale dal 2008 al 2012, a fronte di una riduzione drastica della produzione, degli occupati e delle ore lavorate, la frequenza degli infortuni mortali è cresciuta di oltre l’11%, con una punta del 50% per gli artigiani". E le cause di questo sono da ricercare in un sistema dove proliferano “lavoro grigio e nero, appalti al massimo ribasso, elusione ed evasione contributiva, calo di attenzione nella prevenzione e nella cultura della sicurezza sul lavoro”.

Come hanno risposto i governi in questi anni? "Con la deregolamentazione del sistema e delle norme mascherata da sburocratizzazione, ovvero gettando benzina sul fuoco. Queste morti facciano riflettere il governo e le istituzioni - onclude Boni - le prefetture aprano tavoli di verifica con le parti sociali del settore e gli organi ispettivi, il governo appronti misure urgenti di contrasto e di controllo, si lavori sul sistema sanzionatorio e su norme anti elusione, si metta mano al sistema di aggiudicazione”.