Dalla rassegna stampa di oggi si leggono dichiarazioni e resoconti giornalistici più o meno approfonditi sull'incontro di ieri al ministero dello Sviluppo per la vertenza Aferpi. "C'è già chi si dichiara soddisfatto, chi scontento, chi cita impegni milionari, garanti, partner e via dicendo. Come Fiom abbiamo preso atto delle parole del ministro Calenda che ha riassunto quanto a lui presentato da Aferpi. A quel punto abbiamo chiesto e ottenuto che l'azienda incontrasse e presentasse anche al sindacato e a tutto il consiglio di fabbrica questo presunto piano industriale". È quanto affermano Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom Cgil, e Mauro Faticanti, coordinatore Fiom della siderurgia, in una nota congiunta.

"Qui ci fermiamo - dicono i sindacalisti -, perché riteniamo questa l'unica vera notizia: giovedì 30 marzo, alle 16.30 presso il Mise si terrà l'incontro, da noi preteso perché non era programmato, per l'illustrazione dei progetti dell'azienda. Non è intenzione della Fiom, poiché non ci pare un modo serio di affrontare una vertenza così drammatica, ragionare su quello che Aferpi ha detto a Calenda e il ministro ha riportato a noi".

Il sindacato delle tute blu esprimerà un giudizio dopo aver letto il piano, "a partire da quali sono le concrete e tangibili garanzie finanziarie per la realizzazione. In questo momento ci limitiamo a ricordare che l'azienda, all'atto della firma dell'accordo di programma, aveva già presentato un piano industriale, al governo e alle istituzioni, che come noto è stato completamente disatteso. Lo diciamo così, solo per memoria storica e perché ora nessuno pensi di cavarsela con chiacchiere e slide".

"Inoltre, abbiamo fatto presente al ministro Calenda che, anche nella più ottimistica previsione, stiamo parlando solo della siderurgia, e dunque rimarrebbero centinaia di esuberi nella parte agroindustriale e che in ogni caso, anche con l'immediata partenza dei lavori, gli ammortizzatori sociali non coprirebbero il periodo necessario da qui alla prima colata e dunque ci sarebbero da gestire altri potenziali esuberi. Infine, mentre il primo luglio – quando scadranno gli obblighi di legge per il mantenimento dei livelli occupazionali – "è sempre più vicino, nessuno pensi, il governo in primis, che questi temi siano in qualche modo eludibili".