Ci ha lasciato lo storico Ferdinando Cordova. Studioso dell'avvento del regime di Mussolini e del sindacalismo fascista, Cordova è deceduto ieri (10 luglio) a Grottaferrata (Roma). Aveva 73 anni, è stato colpito da una malattia fulminante che lo ha stroncato in poche settimane.

Cordova era professore ordinario di Storia contemporanea all'Università La Sapienza di Roma. Aveva insegnato anche Storia del Risorgimento e Storia dei partiti politici. Assistente in gioventù dello storico del fascismo Renzo De Felice, Cordova è diventato a sua volta la figura di riferimento per gli studi sull’avvento del fascismo in Italia.

Tra i numerosi argomenti di interesse, si è occupato della responsabilità delle classi dirigenti nella formazione dello Stato postunitario, analizzando la crisi di fine secolo, nel libro "Alle radici del malpaese. Una storia italiana" (1994).

Altro suo grande tema, la Calabria. Nato a Reggio Calabria nel 1938, il professore si è dedicato molto alla storia della sua Regione: tra i vari testi ci sono "Alle origini del Pci in Calabria" (1977), "Sottosviluppo e fascismo nel Mezzogiorno: le Calabrie" (1992), "Massoneria in Calabria. Personaggi e documenti. 1863-1950" (1998), "Il fascismo nel Mezzogiorno: le Calabrie" (2003).

Ha collaborato con numerose riviste e dirigeva il Giornale di Storia Contemporanea, pubblicato dall'editore Pellegrini. Nell’ultima apparizione pubblica, presso il Consiglio regionale della Calabria il 17 marzo ha tenuto una lectio magistralis sul tema dell’Unità d’Italia.

Il 28 maggio 2010 Ferdinando Cordova ha rilasciato una video intervista al nostro giornale. Interpellato sull’importanza del 2 giugno e sulla nascita della Repubblica, con la consueta eleganza Cordova ha spiegato chiaramente che ci sono stati atteggiamenti diversi rispetto al fascismo: "La Resistenza è stata l’unico momento di coscienza del popolo. Dopo l’8 settembre le persone dovevano scegliere se stare da una parte o dall’altra. Per questo non possiamo avere una memoria condivisa, chi fa delle scelte se ne assume la responsabilità: pietà per i morti, ma ognuno al posto suo".

Il video dell'intervista