Il mondo del lavoro e il sindacato piangono la scomparsa prematura di Davide Imola, venuto a mancare il 20 dicembre a soli 52 anni d'età. Responsabile Professioni della Cgil nazionale, e prima ancora nella segreteria nazionale di Nidil Cgil, Imola ha dedicato tutta la sua carriera e tutto il suo impegno sindacale al servizio dei lavoratori non dipendenti, delle nuove professioni, dei precari e degli atipici, fino a diventare uno dei maggiori esperti in Italia dell’universo dei lavori parasubordinati e autonomi.

Originario di Riccione, viveva a Roma assieme alla compagna Marilisa, cui la redazione di Rassegna si stringe in un abbraccio affettuoso. Il funerale sarà celebrato martedì 23 dicembre alle ore 15 nella chiesa di San Lorenzo a Riccione.

Davide era anche un collaboratore di Rassegna. L’ultimo contributo per le nostre pagine lo scrisse pochi mesi fa, analizzando il Jobs Act dal punto di vista di atipici, precari e partite Iva.

Sono molti i commenti apparsi in rete, sul web e sui social, da parte di colleghi, amici, giornalisti. Tutti lo ricordano con affetto e stima. Davide Imola “ha insegnato a tutti noi tante cose sul lavoro atipico e sulle nuove professioni – ha scritto Fausto Durante (Cgil) –. Davide è stato un sindacalista serio e concreto, poco incline al protagonismo individuale e portato alla concretezza ruvida del reale. Ci ha insegnato molto, sui nuovi lavori e sulle trasformazioni della prestazione professionale. È stato uno ai quali non si sarebbe potuto chiedere: dov'eri, tu?”

“Grande conoscitore del mercato del lavoro, delle sue regole formali e sostanziali, militante politico della sinistra”: così lo ricordano i Giovani democratici. “Questo era Davide – proseguono -, un riformista con l’assillo della rappresentanza degli interessi reali, sempre pronto a riportare le nostre discussioni al confronto e a misura con la realtà. Dipendenti o a partita Iva, a progetto o interinali, si trattava di difendere le ragioni degli uomini del lavoro. Non gli sfuggiva il mutare dei tempi. Nel lavoro che cambiava, con nuovi mestieri e nuove tecnologie, vecchi conflitti e antiche ingiustizie, è stato tra quelli che hanno contribuito al rinnovamento del sindacato, al suo adattarsi a un tempo nuovo, rinnovato nelle forme e nella pratica di rappresentanza. (…) Un militante, nel senso più semplice e nobile della parola. Forte nel sostenere la battaglia politica quando gli altri erano sopraffatti dallo scoramento e dalla stanchezza”.

Bruno Ugolini, giornalista sindacale dell’Unità, ricorda di “averlo spesso seguito in questi anni, prima al Nidil poi nell'impegno posto nel cercare di capire e organizzare quel settore dei lavoratori atipici e precari che passa sotto la dizione ‘professionisti’. Curava un'associazione e un sito Internet ‘Associazione 20 maggio, flessibilità sicura’, nata in memoria di Massimo D'Antona. Quel 20 maggio era riferito poi alla nascita dello Statuto dei lavoratori. Ha speso i suoi anni in ricerca studio impegno passione per i lavoratori atipici e precari, spesso incompreso e ostacolato anche all'interno del suo sindacato”.

Un’altra giornalista, Roberta Carlini, lo definisce “un sindacalista per i senza sindacato” e aggiunge che il suo lavoro è stato “pionieristico”: “uno dei pochi a parlare delle partite Iva senza pensare che fossero tutte ‘finte’, e dei professionisti senza pensare che siano tutti ricchi evasori”.

A ricordarlo anche l’Associazione Nazionale Archeologi: “Un sindacalista vero che con la sua visione innovativa ha rappresentato un faro e una speranza per molti lavoratori. Impegnato per tutta la vita a cercare di avvicinare il sindacato alle reali esigenze dei lavoratori più deboli, non tutelati dai contratti nazionali, ha incarnato il sindacato come dovrebbe realmente essere”. (D.O.)