Siamo all'ultimo giorno utile: se non ci sarà un accordo, scatteranno i licenziamenti. La vertenza Italiaonline è ormai arrivata al punto di svolta: oggi (lunedì 2 luglio) si tiene a Roma, presso il ministero del Lavoro, l'ennesimo incontro tra governo, azienda e sindacati sul durissimo piano di riorganizzazione dell'ex Seat, che prevede centinaia di esuberi e trasferimenti. In concomitanza con l'incontro si tiene anche uno sciopero e un presidio sotto la sede del dicastero.

"Una qualsiasi trattativa può proseguire solo a fronte del ritiro dei licenziamenti coatti e il blocco dei trasferimenti previsti", scrivono in una nota Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil: "Italiaonline è un'azienda che fa utili importanti, come dimostrano i bilanci aziendali. Chiediamo che la politica intervenga, impedendo che si proceda a licenziamenti in aziende in ottima salute, che peraltro erogano cospicui dividendi agli azionisti. Il sindacato è disponibile ad accompagnare qualsivoglia riorganizzazione aziendale necessaria che non abbia impatti sociali devastanti e immotivati".

Tutto dovrà essere definito entro oggi, data nella quale, senza una soluzione, partiranno le lettere di licenziamento. Il piano di riduzione del personale prevede 248 esuberi nelle sedi Italiaonline di tutta Italia e 184 trasferimenti. Nel corso del confronto “l’azienda ha ribadito – hanno scritto Slc, Fistel e Uilcom – che intende perseguire la strada dell’accordo sindacale e si dichiara disponibile a valutare gli strumenti più efficaci per la conduzione di questa complicata vertenza, escludendo il ricorso al contratto di solidarietà, ritenendola soluzione non percorribile dal punto di vista della gestione del nuovo piano organizzativo”.

I temi sollevati unitariamente al tavolo dalla rappresentanza sindacale, giudicati “di buon senso” anche dal ministero del Lavoro, vanno nella direzione di un “accordo che salvaguardi la tenuta sociale e professionale in tutte le sedi attive, a partire da quella di Torino che rischia la chiusura”. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil puntano a un significativo abbassamento del numero complessivo degli esuberi, obiettivo cui possono contribuire molteplici fattori: “Il numero consistente di dimissioni volontarie verificatesi in seguito all’apertura della procedura di licenziamento che devono essere sottratte ai 400 previsti inizialmente; la possibilità di reinserimento di parte dei lavoratori in esubero all’interno delle controllate appartenenti al perimetro del gruppo; l’incremento del numero dei lavoratori impiegati all’interno della Digital Factory di prossima costituzione; la necessità di riconsiderare il piano di esternalizzazioni, causa di parte degli esuberi, in un’ottica responsabile che faciliti un ulteriore reinserimento di forza lavoro, valutando il ripristino anche di ruoli commerciali che richiedono competenze di alto profilo professionale già presenti in azienda, operazione di sicuro valore strategico per gli obiettivi di incremento di fatturato”.

Da parte propria, Italiaonline ha ribadito “la disponibilità a concedere esodi incentivati, soluzione condivisa dalla parte sindacale, ma che a oggi appare del tutto inadeguata nel meccanismo e nella consistenza”. Nei precedenti summit con Italiaonline, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno ottenuto qualche piccolo risultato. Soprattutto riguardo all’importante sede di Torino, che nelle intenzioni dell’azienda inizialmente doveva essere chiusa. L’ultima formulazione prevede il mantenimento di un presidio a Torino con circa 80 persone nelle funzioni di amministrazione, credito e nelle attività legate alla gestione degli elenchi telefonici. Altri 80-90 lavoratori saranno trasferiti nella sede di Assago (Milano), con il riconoscimento della copertura integrale dei costi di viaggi in treno per la durata di un anno.

Per 60-70 dipendenti ci sarebbe il ricollocamento in una nuova società, denominata Digital Factory, che è però ancora tutta da definire. A questo punto gli esuberi scenderebbero a circa 150, cui vanno sommati ulteriori 152 distribuiti nelle varie sedi italiane. Il piano di riorganizzazione per loro prevede la cassa integrazione per 18 mesi a causa della “cessazione parziale di attività”: non ci sarebbero prospettive di riassunzione e, considerata l’alta età media di questi lavoratori (intorno ai 50 anni), anche le possibilità di trovare un nuovo impiego sarebbero molto ridotte. Italiaonline, infine, avrebbe messo a disposizione del piano di ristrutturazione incentivi all'esodo pari a 18 mensilità lorde (più outplacement) e finanziamenti, per ora di entità non precisata, per la formazione e la riqualificazione professionale.