Ancora un giorno di sciopero alle acciaierie Aferpi di Piombino (Livorno): 24 ore a braccia conserte proclamate da Fim, Fiom, Uilm e Ugl per denunciare una volta di più la mancata realizzazione del piano Cevital e delle promesse del presidente Issad Rebrab. Nella mattinata si è svolta una grande e partecipata manifestazione che dallo stabilimento ex Lucchini si è snodata per le vie della città toscana, con un comizio finale tenuto alla presenza dei rappresentanti delle segreterie nazionali.

Un ulteriore segnale forte quello dei sindacati e dei lavoratori, ormai stanchi delle tante parole spese dalla dirigenza algerina, cui però non hanno mai fatto seguito fatti. Ancora lo stabilimento è ben lontano dalla continuità produttiva prevista per il rilancio in attesa della costruzione del forno elettrico e del completo rinnovo degli impianti. I soldi non sono garantiti né sono a disposizione, se non grazie alle Regione Toscana, che si è fatta garante di Aferpi per l'acquisto delle materie prime necessarie a soddisfare gli ordini. Una garanzia che per Aferpi sarà a pagamento e che consisterà in soli 20 milioni, sufficienti per andare avanti in attesa dell'atteso intervento della proprietà.

“Lo stabilimento si sta gradualmente e definitivamente spegnendo”, dichiarano i sindacati in una nota: “Manifestiamo in difesa del Progetto Piombino, che deve essere salvaguardato a prescindere, così come configurato nell'accordo di programma del 2014, verso il quale i firmatari sono tenuti a rispettare tutti gli impegni presi”. Ma al momento, concludono Fim, Fiom, Uilm e Ugl, solo “i lavoratori e le istituzioni hanno tenuto fede agli accordi sottoscritti, con tanti sacrifici e azioni concrete. Chi invece non ha ancora fatto la propria parte deve fare chiarezza e se venisse meno il suo impegno sarà considerato a tutti gli effetti una nostra controparte”.

"L'intera città ha risposto al nostro grido di allarme. Vista la oramai evidente incapacità di Cevital di mantenere gli impegni è necessaria una azione straordinaria da parte dei soggetti, a partire dal governo, che hanno firmato l'accordo consegnando la Lucchini alla società algerina", così in una nota Mauro Faticanti, responsabile siderurgia della Fiom Cgil. "Il governo si è impegnato a convocare Rebrab in via ultimativa , aspettiamo di essere convocati ma non accetteremo più di non essere ascoltati come è successo di fronte ai nostri allarmi negli ultimi mesi – aggiunge Faticanti –. Ora servono fatti non parole e questi li deve compiere chi ha la responsabilità di governo. In caso contrario siamo pronti e determinati ad alzare il livello delle mobilitazioni".

“Oggi a Piombino c’erano tantissimi lavoratori, anche Rsu di altre fabbriche toscane in segno di solidarietà, per ribadire che non si possono perdere importanti pezzi d’industria – commenta Massimo Braccini, segretario della Fiom Toscana – . A Piombino bisogna tornare a produrre acciaio: il messaggio che parte dalla manifestazione di oggi è che il governo debba verificare se Issad Rebrab ha intenzione di portare a compimento il progetto. Se questo imprenditore continua a non rispettare i tempi degli accordi, bisogna che il Governo pensi anche ad una strategia alternativa, perché siderurgia e occupazione vanno rilanciate”.

In Toscana, continua Braccini, “in generale il quadro industriale resta difficile, la crisi continua a mordere in tanti territori, quindi si può pensare anche a iniziative di mobilitazione allargate, perché è chiaro che sulle politiche industriali va cambiata rotta”.