"C'è grande rabbia per la scelta di reintrodurre i voucher, sbagliata prima nel metodo e poi nel merito. La stessa rabbia che porteremo in piazza sabato 17 giugno a Roma, che non è solo quella della Cgil, ma anche di quei tre milioni che hanno firmato per i referendum scippati dal governo e dal Parlamento". Il segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia Villiam Pezzetta spiega così le ragioni della manifestazione indetta dalla Cgil, cui la struttura regionale porterà un sostanzioso contributo, con 13 pullman in partenza dalle quattro province e almeno un altro centinaio di persone che raggiungeranno la capitale in treno.

"E' del tutto evidente - prosegue Pezzetta - che il governo ha fatto il gioco delle tre carte, facendo scomparire i voucher prima del referendum per poi farli riapparire in sede di manovra estiva. Una scelta che non riteniamo soltanto cinica, ma anche discutibile dal punto di vista delle procedure e del rispetto della Costituzione". Oltre a questo ci sono le ragioni di merito che avevano portato la Cgil alla scelta del referendum abrogativo: "Non per una contrarietà assoluta alla necessità di regolamentare il lavoro accessorio, com'è anzi necessario in ambiti come quello dell'assistenza familiare, ma per contrastare l'evidente abuso che si è fatto dei voucher con l'andare degli anni".

A supporto della sua tesi il leader della Cgil Friuli Venezia Giulia cita gli ultimi numeri sul ricorso ai voucher: "I 130 milioni di buoni venduti a livello nazionale e i quasi sei milioni della regione, dove ben 63mila lavoratori sono stati retribuiti nel 2016 attraverso i voucher, sono la dimostrazione lampante che i buoni, nati come una forma di regolarizzazione del lavoro occasionale accessorio, sono diventati uno strumento ordinario di retribuzione e di dumping contrattuale". La norma approvata dal Parlamento, sottolinea Pezzetta, "li rimette in pista, ammettendo al loro utilizzo, con importi leggermente 
ritoccati e limiti sostanzialmente analoghi a quelli vigenti prima della cancellazione, tutte le imprese fino a cinque dipendenti assunti a tempo indeterminato. Criteri che non contribuiranno certo a contrastare l'abuso di voucher e che rischiano anzi, con l'introduzione del nuovo tetto dimensionale, di scoraggiare le assunzioni stabili".