Questa mattina Piazza del Popolo a Roma diventerà il teatro del primo giorno di mobilitazione e sciopero che Cgil e Uil ha indetto in queste settimane per chiedere un’inversione di marcia sulla Legge di Bilancio. Dopo i botta e risposta di questi giorni tra il ministro Salvini e i segretari generali delle confederazioni, ci siamo.

Oggi si fermeranno i trasporti, le scuole, i servizi pubblici e, contestualmente, inizieranno anche gli scioperi generali territoriali. In giornata braccia incrociate per le lavoratrici e i lavoratori di Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Toscana. Si proseguirà con un calendario fitto di proteste che coinvolgerà, via via, il Nord, le Isole e il Sud. vediamoli, gli appuntamenti, e leggiamo le dichiarazioni dei segretari generali sul territorio, regione per regione.

Lazio

“8 ore di sciopero in tutta la Regione per alzare i salari, estendere i diritti e contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. Perché crediamo serva un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile, ma necessaria e urgente”, si legge nel comunicato sindacale.

Per Natale Di Cola, segretario generale della Cgil del territorio, “il vergognoso ricorso alla precettazione deciso dal Ministro Salvini è un vero e proprio attacco al diritto di sciopero e alle libertà sindacali. Un motivo in più per scioperare, anche per le lavoratrici e i lavoratori a cui è stato impedito”. L’appuntamento è quello delle 9:30 in Piazza del Popolo, dove prenderanno la parola Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri, oltre alle testimonianze delle lavoratrici e dei lavoratori.

“Ancora una volta – ha detto Natale Di Cola – leggiamo una ricostruzione slegata dalla realtà sulle politiche fiscali portate avanti della Regione Lazio. È un fatto, non ci stancheremo di ripeterlo, che dal primo gennaio 2024 aumenti la pressione fiscale per la maggioranza delle lavoratrici, dei lavoratori e di chi è in pensione. Non è propaganda, è matematica e non c’è narrazione che tenga”. 

“Il motivo – aggiunge – è il mancato rifinanziamento da parte della Giunta del fondo “taglia tasse” che consentiva l’applicazione dell’aliquota dell’addizionale regionale del 1,73 per cento sui redditi tra i 15 mila e i 35 mila e riconosceva un’indennità una tantum di 300 euro per i redditi compresi tra i 35mila e i 40mila come compensazione dell’aumento delle spese energetiche per le famiglie.

La Cgil di Roma e Lazio – sottolinea il segretario – ha deciso di non firmare un testo, ben lontano dal definirsi accordo, che rimanda la discussione al prossimo anno e nel frattempo legittima una stangata che per una famiglia può superare i 600 euro. Su questo tema non faremo un passo indietro. Il 17 novembre è sciopero generale anche contro le scelte sbagliate di Rocca che ha messo le mani in tasca ai cittadini. Siamo abituati a firmare solo accordi che migliorano le condizioni reali di vita delle persone.

In tutto questo dispiace rilevare che un’importante organizzazione confederale scelga come interlocutori organizzazioni sindacali ben lontane dalla tradizione e dalle pratiche del sindacato confederale”, conclude Natale Di Cola.

Marche 

Cinque piazze, cinque manifestazioni, un'unica grande protesta contro una Legge di Bilancio ritenuta inefficace per fermare il drammatico impoverimento di lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate e che non offre futuro ai giovani.

Appuntamento a Jesi, Pesaro, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno dove sono stati organizzati i presidi e i cortei dei lavoratori che aderiscono allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil a livello nazionale. Nelle Marche la protesta si articolerà come segue.

Ascoli Piceno: raduno in piazza Roma alle 10 e corteo fino a piazza Ventidio Basso dove si terrà il comizio alla presenza di Daniela Barbaresi, segretaria nazionale Cgil.

Fermo: manifestazione a piazzale Azzolino dalle 9.30 dove si terrà il comizio alla presenza di Maria Grazia Gabrielli, segretaria nazionale Cgil.

Jesi: raduno all'Arco Clementino e, alle 10, corteo fino a piazza Colocci dove si terrà il comizio alla presenza del segretario generale della Uil Fpl nazionale, Domenico Proietti. A Jesi, saranno presenti anche i segretari generali di Cgil Marche, Giuseppe Santarelli, e Uil Marche, Claudia Mazzucchelli.

Macerata: manifestazione in piazza Cesare Battisti dalle 9.30 dove si terrà il comizio alla presenza di Lara Ghiglione, segretaria nazionale Cgil.

Pesaro: manifestazione in piazza Lazzarini dalle 10 dove si terrà il comizio alla presenza di Lucia Grossi, segretaria generale della UilTemp nazionale.

“Dopo le difficoltà che lavoratori e pensionati stanno subendo a causa dell’aumento dell’inflazione, ci si aspettava una legge di bilancio che consentisse di recuperare qualcosa su questo fronte. Ma così non sembrerebbe. È una manovra che non ha alcuna direzione”, afferma Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche, sottolineando alcune delle ragioni dello sciopero. Non solo: secondo il segretario “anche sulle pensioni non si sta facendo nulla. Anzi, la situazione è peggiorata. Nonostante il pressing dei sindacati e le promesse elettorali, si punta a modificare la Fornero cambiando l’aspettativa di vita cosicché, dal 2025, s’innalzerà il requisito per la pensione anticipata”. Come non bastasse, mentre questo governo tergiversa, “aumenta la precarietà del lavoro e anche chi ha un posto fisso non riesce a sbarcare il lunario perché i prezzi sono saliti alle stelle”. Non a caso, si chiede un intervento decisivo su salari e pensioni considerando che anche sulla sanità “le risorse sono insufficienti e indeboliscono il pubblico a favore del privato: ecco perché si sollecita un cambio di rotta”.

“Abbiamo svolto centinaia di assemblee, il clima, all’interno dei posti di lavoro, è di grande condivisione e partecipazione – ha detto Giuseppe Santarelli –. L’auspicio è che si riempiano le piazze per dare un segnale di svolta in questo momento. Lo sciopero – continua – ha messo in evidenza le preoccupazioni dei lavoratori per le proprie condizioni salariali e di vita ma, soprattutto, per le prospettive occupazionali”. Nei settori manifatturieri, infatti, “c’è il timore per l’andamento economico internazionale e per il calo della domanda interna, nei settori pubblici invece si chiede a gran voce il rafforzamento degli organici considerando che, per esempio, la sanità è al collasso”. Ma sono le punte di un iceberg. “Occorre voltare pagina per offrire speranze concrete a lavoratori e pensionati”.

Umbria

"Di fronte a salari sempre più bassi, divorati dall’inflazione, di fronte a promesse tradite sulle pensioni, di fronte a una sanità pubblica falcidiata e in ginocchio, cosa deve fare un sindacato se non scioperare?”. È la domanda che Cgil e Uil dell’Umbria hanno posto nel corso della conferenza stampa di presentazione dello sciopero generale, che in Umbria sarà accompagnato da una manifestazione regionale a Perugia, in piazza IV Novembre dalle ore 10.00.
“Si tratta di una mobilitazione nella quale le rivendicazioni di carattere nazionale, rispetto a una manovra finanziaria che dimentica totalmente il lavoro, si intrecciano a quelle territoriali, che nella nostra regione sono particolarmente forti - ha detto la segretaria generale della Cgil Umbria, Maria Rita Paggio –. C’è un disagio largo tra le persone che lavorano, rispetto al quale gli interventi spot del governo, come il carrello tricolore o il prezzo esposto dai distributori di benzina, non hanno prodotto alcun risultato. Intanto, le condizioni materiali delle persone continuano a peggiorare, come attesta l’aumento esponenziale della povertà, certificato dall’Istat”.
Sulle pensioni, poi, Cgil e Uil rimarcano la distanza siderale tra proclami in campagna elettorale e provvedimenti concreti: “Dovevano essere il governo che avrebbe abolito la Fornero - hanno sottolineato Paggio e Molinari - invece sono riusciti addirittura a peggiorarla, mandando le persone in pensione ancora più tardi e con assegni sempre più poveri”.
“Arriviamo a questo sciopero dopo lunghi mesi di mobilitazione - ha sottolineato Maurizio Molinari, segretario generale Uil - e dopo aver presentato una piattaforma unitaria, anche con la Cisl, che il governo non ha minimamente considerato. L’unico momento di confronto concesso dall’esecutivo è stata una riunione di un’ora con 17 sigle, una presa in giro. Anche per questo - ha aggiunto il segretario - preoccupa vedere che un pezzo di sindacato, nonostante questa situazione gravissima, non sarà in piazza con noi”.
“Dobbiamo avere il coraggio di rialzare la testa, prendere la parola, scendere in piazza - hanno concluso i due segretari generali - Sappiamo che lo sciopero è un grande sacrificio per le tasche di lavoratrici e lavoratori, ma se non protestiamo ora, se non facciamo sentire la voce del mondo del lavoro, vuol dire che accettiamo questo stato di cose, vuol dire che accettiamo il fatto che oggi una coppia di giovani, seppure lavorando entrambi, non sia in grado di sostenersi, se non con l’aiuto dei genitori”.
Dunque, sciopero generale confermato e appuntamento in piazza IV Novembre a Perugia, alle ore 10.00, insieme anche agli studenti, che si mobiliteranno nella stessa data e confluiranno nella manifestazione sindacale. Il programma prevede l’apertura dei lavori da parte di Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil dell’Umbria, interventi di lavoratrici e lavoratori delle varie categorie, e le conclusioni del segretario nazionale Uil, Santo Biondo.

Abruzzo e Molise

In Abruzzo e Molise la manifestazione regionale è prevista a Lanciano, provincia di Chieti. Per Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo, e Carmine Ranieri, segretario generale Cgil Abruzzo Molise, “la Legge di bilancio che è in via di definizione nell’iter parlamentare e che il Governo ha messo in campo non la riteniamo a favore di lavoratori, pensionati, giovani e precari. Le ricadute della manovra nella nostra regione sono tutt’altro che positive. I pochi fondi stanziati per la sanità pubblica nazionale si ripercuotono in modo negativo sul sistema sanitario abruzzese che non è più in grado di garantire servizi adeguati, soprattutto alle fasce più deboli della popolazione. La riduzione dei trasferimenti agli enti locali significa meno sostegno alle istituzioni comunali e meno risorse per le politiche sociali”.

“Nella manovra – denunciano i due segretari generali – non vi è attenzione sull’aiuto alle politiche industriali legate al sistema produttivo nazionale e regionale; in Abruzzo il sistema produttivo è un asse portante per la crescita economica della regione e anche questa volta viene disattesa la necessità di aiutare quelle realtà industriali che contano molti occupati. Manca completamente l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, l’Abruzzo è una regione particolarmente esposta a incidenti, spesso anche mortali, sul posto del lavoro – da inizio 2023 sono 27 i lavoratori che hanno perso la vita – e questo significa che è necessario intervenire con politiche di sostegno e investimento per la cultura della sicurezza sul lavoro. La Legge di bilancio disattende le richieste del sindacato su previdenza e pensioni per una riforma strutturale del sistema previdenziale che vada incontro alle nuove generazioni, che entrano nel mondo del lavoro e che non hanno certezza di avere domani una pensione pubblica. Sulle pensioni la legge disattende la nostra richiesta e inoltre peggiora la situazione: pur mantenendo quota 103, la rende totalmente contributiva vanificando il fatto che chi vuole accedere alla pensione con quota 103, viene fortemente penalizzato; inoltre viene peggiorata l’Opzione donna e cancellata l’Ape sociale. La manovra poi taglia altri 350milioni di euro destinati all’alta velocità e alta capacità (av/ac) sulla linea ferroviaria adriatica e il silenzio da parte governo regionale è imbarazzante. Per queste e molte altre ragioni, il 17 novembre scenderemo in piazza a Lanciano per chiedere al Governo di modificare radicalmente la Legge di bilancio e chiedere alle forze politiche in Parlamento di aiutarci a sostenere la nostra posizione e di mettere in campo questioni che siano una risposta vera, concreta e reale a quella parte del Paese che soffre di più”.

In piazza Plebiscito a Lanciano, dove si prevedono oltre duemila manifestanti provenienti da tutto l’Abruzzo, Uil e Cgil ribadiranno, con gli interventi dei segretari Michele Lombardo e Carmine Ranieri, dei delegati, degli studenti e della segretaria nazionale Uil Ivana Veronese, la necessità di un’altra politica economica, sociale e contrattuale in grado di contrastare l’impoverimento di lavoratori e pensionati, di alzare i salari, estendere i diritti e offrire un futuro ai giovani.

Toscana

In Toscana la manifestazione regionale sarà a Firenze, ritrovo alle 9 in piazza Indipendenza e corteo fino a piazza Santissima Annunziata, dove sono in programma gli interventi dal palco. in programma gli interventi di Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana; di lavoratori, pensionati e precari; di Francesca Re David, della segreteria Cgil nazionale. Il corteo seguirà un percorso lungo via XXVII Aprile, via degli Arazzieri, Via Cavour, Via della Dogana, Via G. La Pira, via Micheli e via G. Capponi. “In piazza per difendere i diritti di tutti”: attese migliaia di persone da tutta la regione, in pullman o altri mezzi.

Per Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana, “la Manovra colpisce il mondo del lavoro, i pensionati, i cittadini in difficoltà, e la Toscana in particolare ne esce assai penalizzata soprattutto per i tagli alla sanità e agli enti locali. Si rassegnino al Governo, la mobilitazione è solo all’inizio: le precettazioni sono un atto gravissimo, mettere in discussione il diritto di sciopero è mettere in discussione la democrazia, ma chi ha operato per depotenziare lo sciopero ha ottenuto l'effetto opposto: abbiamo aumentato le adesioni e siamo ancora più motivati e arrabbiati. A Firenze in piazza saremo tantissimi”.