In questi giorni che segnano un anno dall’incidente e poi, a distanza di poco, dalla morte di Satnam Singh nelle campagne in provincia di Latina, ci siamo più volte interrogati se e cosa sia cambiato da quella tragica morte.

Non è facile fare un bilancio di quanto sia cambiato nel mercato del lavoro agricolo, nel tessuto sociale e nelle regole che impattano sulla vita di chi lavora in Italia e molto spesso viene da paesi stranieri. Sicuramente noi abbiamo svolto tanta attività, quella che ci ha sempre caratterizzato e tanto altro, ma con il carico e la responsabilità di quello che era accaduto a Satnam e anche alla persona che lavorava con lui, alla giovane compagna Soni, persone che hanno vissuto l’orrore di quei primi momenti e poi l’incubo dell’accaduto, persone che abbiamo guardato negli occhi pieni di lacrime e disperazione.

Era il 17 giugno del 2024 verso le 16.30 un lavoratore agricolo di nazionalità indiana, che ha come punto di riferimento i nostri uffici, contatta Laura Hardeep Kaur, segretaria generale Flai Cgil del territorio, spiega cosa è successo, manda la foto che non avremmo mai voluto vedere. In un campo a Borgo Santa Maria (nel Comune di Cisterna di Latina) un lavoratore indiano, Satnam Singh anni 31, ha avuto un incidente, grave, gravissimo, il datore di lavoro, anzi il padrone, invece di soccorrerlo lo carica in malo modo su un furgone e lo scarica nei pressi di casa, accanto ai bidoni dell’immondizia una cassetta contenente il braccio staccato!

Il pomeriggio Satnam, lavoratore in nero nell’azienda di Lovato, aveva perso un arto, usando un macchinario artigianale avvolgiplastica, non era stato soccorso, ma anzi scaricato ferito a terra.

La Flai accorre e la scena si ripete crudele, nessuno è preparato a tanto, nessuno può esserlo, arrivano i soccorsi ma è tardi, tardissimo, troppo il sangue perso da Satnam, troppo grave l’incidente, troppo tutto. Il 19 giugno Satnam muore all’ospedale San Camillo di Roma. Noi eravamo lì, dove non avremmo mai voluto essere.

Poi grande solidarietà, partecipazione, indignazione, tante indagini, tanti controlli sul territorio, tanti riflettori accesi come era giusto e doveroso davanti a quel barbaro omicidio, la notizia fa letteralmente il giro del mondo in un vortice mediatico che – nostro malgrado ci vede al centro – tante parole anche molto belle, tanto interessamento della politica.

Tanto raccontare, sottolineando che veniva squarciato il velo sul caporalato e lo sfruttamento nell’agropontino. Purtroppo, è un velo che la Flai, la Cgil, hanno squarciato da almeno 15 anni, hanno denunciato, cercato soluzioni e non c’era bisogno di questa morte! Unica per crudeltà e responsabilità dirette ma l’ennesima legata a condizioni di sfruttamento in quel territorio.

Lo abbiamo detto il 19 giugno 2024, lo avevamo detto prima, lo ripetiamo oggi: la morte di Satnam non è frutto di un gesto criminale estemporaneo, è la conseguenza estrema di un sistema che governa un pezzo importante del mercato del lavoro agricolo fatto di lavoro nero, sfruttamento, ricatto, paghe da fame, massimo profitto sulla pelle delle persone.

Che si tratti di un “sistema” lo dicono questi numeri: dal 1° giugno al 15 luglio 2024, si sono registrate 7.368 assunzioni a tempo determinato in agricoltura rispetto alle 4.790 dello stesso periodo del 2023. In particolare, dal 19 giugno –  giorno della morte di Satnam – al 30 giugno ce ne sono state 3.287! Qualcuno dovrebbe provare vergogna. Quindi le aziende avevano un esercito di lavoratori in nero, regolarizzati solo sotto la paura delle ispezioni e gli occhi delle telecamere.

Questi numeri ci fanno registrare un cambiamento tardivo, come commentarono Hardeep Kaur e Stefano Morea in quei giorni: “Una circostanza che ci fa piacere ma purtroppo arriva in ritardo. In ritardo per i tanti lavoratori arrivati con il decreto flussi e che una volta in Italia non si sono visti fare alcun contratto di lavoro; in ritardo rispetto alle segnalazioni che come Flai Cgil stiamo facendo da mesi e mesi”.

Un ritardo che si ripete oggi, seguita qualche controllo e ispezione, con il rischio che a pagarne le conseguenze più gravi siano proprio quei lavoratori che in condizione di necessità e ricattabilità si trovano senza documenti, senza contratto, senza lavoro. Rispondendo a un giornale Laura Hardeep Kaur ha dichiarato: “Cosa è cambiato? Poco, forse niente, continuano a esserci segnalazioni di lavoratori in nero. Il problema resta, c’è il peccato originale del Decreto flussi che continua a creare schiavi”.

È cambiato poco ma è accaduto tanto e se ne riesce a raccontare solo una piccola parte: dallo scorso anno ad oggi sono aumentati i lavoratori che si rivolgono a noi per essere aiutati a chiedere il rispetto dei diritti, per capire e denunciare che dietro a quel nulla osta che li ha fatti venire qui in Italia c’è il nulla, niente azienda, niente contratto, solo intermediari che hanno ricevuto da 5 a 10 mila euro.

Ci sono stati i nostri esposti, le denunce, fatti significativi come ad agosto 2024 l’ottenimento del permesso di soggiorno per casi speciali per il lavoratore che aveva assistito il 17 giugno all’abbandono di Satnam Singh e per altri due compagni di lavoro presenti durante i drammatici fatti. Lo abbiamo definito “un atto di giustizia e civiltà nei confronti di lavoratori che si sono messi a disposizione, raccontando e denunciando quanto era accaduto e rischiando in prima persona”.

Allo stesso modo torniamo a chiedere, a giugno 2025, che la politica e le istituzioni sanino le distorsioni e le ingiustizie generate dalla Legge Bossi-Fini e dal Decreto Flussi, con la concessione di permessi di soggiorno per “attesa occupazione” così da dare sicurezza a questi lavoratori entrati di fatto con un meccanismo che li ha truffati, e metterli nella condizione di poter cercare un lavoro liberi da ricatti, da costrizioni e da paure, liberi di chiedere una paga secondo contratto.

In questo anno c’è la nostra attività che continua tra sindacato di strada, i volantini, i Cpl rinnovati, presidi sotto le Prefetture per chiedere che finalmente anche a Roma si costituisca la Sezione Territoriale provinciale della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità e, laddove già c’è, cominci a funzionare realmente in termini di prevenzione.

In questo anno tra le tante cose accadute possiamo annoverare anche le emozioni e i sentimenti amplificati da questa vicenda, emozioni e sentimenti né buoni né cattivi, ma forti; relazioni umane importanti; scontri, cambiamenti del proprio punto di vista, percezioni, ma anche fatti importanti che hanno segnato in modo diverso ciascuno di noi. Di sicuro ci ricordiamo perfettamente cosa stavamo facendo in quel pomeriggio del 17 giugno 2024 tra le 16.30 e le 18.30.

Di sicuro non dimenticheremo che eravamo in conferenza stampa a Borgo Hermada la mattina del 19 giugno, una giornata che fino a quel momento ci vedeva comunque orgogliosi perché di lì a pochi giorni avremmo avuto – proprio nell’Agropontino – le nostre Brigate del lavoro con compagne e compagni provenienti da tutta Italia.

Invece, squilla il telefono. È l’ospedale: Satnam non ce la farà. Un lungo interminabile viaggio verso l’ospedale con la donna che da lì a qualche ora avrebbe visto esplodere il suo progetto di una vita migliore accanto alla persona che più amava.

Allora oggi non è un giorno di silenzio, non è il giorno di “cosa state organizzando per l’anniversario”, per noi oggi è e sarà sempre lo stesso giorno. Come ogni giorno ricordiamo il sacrificio di Satnam cercando di onorarlo nel lavoro, nell’impegno che mettiamo nella lotta per un mondo del lavoro giusto, per la giustizia sociale.

Flai Cgil Roma Lazio e Flai Cgil Frosinone Latina