Il 12 febbraio scorso, nell'udienza preliminare a carico dell'imprenditore titolare della Lamina, accusato di omicidio colposo plurimo per la morte di quattro lavoratori avvenuta un anno fa, la Fiom di Milano depositò l'atto di costituzione di parte civile. Allora, la difesa chiese l’esclusione del sindacato e la Gup si riservò di decidere, rinviando l'udienza al 19 marzo. Oggi il giudice ha deciso: la Fiom è parte civile.
 
“Quando si verificano situazioni drammatiche, come quella della Lamina, noi ci costituiamo sempre parte civile. Quella di oggi è una notizia storica, che valutiamo positivamente, non perché riteniamo che il carcere sia la soluzione alle violazioni delle aziende in materia di salute e sicurezza, ma perché, in casi come questo, pensiamo siano stati lesi i diritti collettivi dei lavoratori e crediamo che ciò non possa restare impunito”, afferma Roberta Turi, segretaria generale Fiom Milano.

“Attendiamo l’esito conclusivo del processo, ma diciamo fin d’ora che un eventuale patteggiamento non è accettabile, perché affermerebbe il principio secondo cui, a fronte della morte dei lavoratori, sia sufficiente l’indennizzo per ridurre le responsabilità di chi ha determinato conseguenze tanto drammatiche”, conclude la dirigente sindacale.