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Quaranta ore di sciopero non sono bastate a far riaprire il tavolo di trattativa. La mobilitazione dei metalmeccanici, allora, non può che continuare. Nuovo sciopero di otto ore oggi (venerdì 20 giugno) di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil in tutta Italia, con manifestazioni regionali in mattinata, per riconquistare il contratto nazionale di lavoro.
Il segretario generale Fiom Michele De Palma sarà a Napoli, mentre i segretari nazionali Luca Trevisan a Bergamo, Samuele Lodi a Torino, Barbara Tibaldi ad Ancona e Silvia Simoncini a Perugia. Il segretario generale Fim Cisl Ferdinando Uliano sarà a Bologna, il leader della Uilm Uil Rocco Palombella a Mestre (Venezia). Le altre città dove si svolgeranno le manifestazioni regionali sono Udine, Trento, Aosta, Genova, Firenze, Lanciano (Chieti), Roma, Bari, Potenza, Vibo Valentia, Palermo, Cagliari.
“Federmeccanica e Assistal – spiegano i sindacati – continuano ad avere un atteggiamento irresponsabile, dimostrando di non voler riaprire la trattativa per rinnovare il contratto collettivo nazionale, nonostante sia passato ormai quasi un anno dalla scadenza. Ciò vale anche per la trattativa per il rinnovo del ccnl delle piccole e medie aziende associate a Unionmeccanica-Confapi, interrotta e mai più ripresa dal 17 marzo scorso”.
Da qui la decisione di scendere in piazza ancora una volta, con otto ore di sciopero e rafforzando il blocco degli straordinari e delle flessibilità, e mantenendo affisse le bandiere agli ingressi degli stabilimenti. Per i sindacati, il rinnovo del contratto nazionale è la risposta fondamentale per contrastare la crisi, dare stabilità e rilanciare il sistema industriale del Paese.
“Rinnovare i contratti – riprendono le tre sigle – serve ad aumentare i salari, contrastare la precarietà, estendere i diritti e rafforzare la sicurezza sul lavoro, evitando le morti e garantendo così un lavoro sicuro e i diritti in tutto il sistema degli appalti”.
Fiom, Fim e Uilm così concludono: “Le metalmeccaniche e i metalmeccanici, uniti per riconquistare il tavolo di trattativa, non si fermeranno finché non sarà riaperto il negoziato e raggiunto un accordo, a partire dalla piattaforma approvata democraticamente dai lavoratori e dalle lavoratrici. Svuotiamo le fabbriche e riempiamo le piazze, per la dignità del lavoro e per il futuro del Paese”.