Incidente mortale sul lavoro a Reggio Emilia. Un uomo di origine egiziana ha perso la vita
cadendo a terra da diversi metri d'altezza mentre stava lavorando in un capannone dell'azienda Reggio Ponteggi, in via Calvi di Coenzo, nella zona industriale di Mancasale.  È accaduto poco dopo le 14.

Sul posto le Volanti della Questura, gli agenti della polizia locale, i vigili del fuoco e il personale di Medicina del Lavoro dell'Ausl che stanno cercando di ricostruire la dinamica e le eventuali responsabilità.

Si tratta di “un nuovo dramma scaturito dalla mancanza di sicurezza, contro la quale Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per domani, 6 marzo, uno sciopero generale provinciale del settore privato”: così in una nota delle tre sigle. L’astensione dal lavoro riguarderà le ultime due ore di ogni turno.

"Nella nostra Provincia gli infortuni mortali nel 2023 sono stati sette ma, come dimostra la tragedia avvenuta oggi all’interno di un capannone di Mancasale, questo numero è destinato a crescere se non si metteranno in atto i necessari provvedimenti”, continua la nota.

Mancanza di una capillarità dei controlli, esplosione dei subappalti selvaggi, violazione reiterata delle norme sulla salute e sicurezza, precarietà lavorativa che nel settore edile si concretizza in partite iva che nascondono sfruttamento lavorativo. Ecco le ragioni che determinano la strage infinita, indegna di un Paese civile. Occorre agire bene, in fretta e con coordinamento”, attaccano Cgil, Cisl e Uil.

Che aggiungono: “Sul piano locale aspettiamo che la Provincia di Reggio Emilia riunisca il tavolo previsto dal Patto per il lavoro e per il clima, che può avere una rilevante funzione di vero coordinamento; siamo pronti, in quella sede, a fare proposte concrete come ad esempio: aumentare i controlli, l’informazione e la formazione, anche per i datori di lavoro. Pretendere una mobilitazione istituzionale affinché lo Stato investa sui controlli, sbloccando i 2 miliardi di euro nella disponibilità dell’Inail. Come abbiamo avuto modo di denunciare alla Prefettura e all’Ispettorato del Lavoro, la nostra provincia non è più da considerarsi isola felice”.

E ancora: “Non possiamo permettere che le morti sul lavoro vengano percepite dall’opinione pubblica come ordinarie e fisiologiche per chi opera in determinati settori. Il primo scudo contro chi mette davanti il profitto alla dignità dei lavoratori è, infatti, il coinvolgimento e la consapevolezza delle persone”.

Oggi è il momento del cordoglio per l’ennesima vittima di un sistema sbagliato. Con lo sciopero di domani e con le prossime iniziative segnaleremo che è giunto il tempo che tutti gli attori, a tutti i livelli, facciano la loro scelta di campo per dare vita ad una vera lotta senza quartiere contro gli infortuni sul lavoro e i loro responsabili”.