Sono quattro gli operai morti annegati in una vasca nell'azienda agricola di Arena Po, in provincia di Pavia. Il fatto sarebbe avvenuto attorno alle 12.30 e al momento la dinamica non è chiara. Le vittime sono Prem e Tarsem Singh, due fratelli di 47 e 45 anni, titolari dell'azienda agricola e due loro dipendenti, tutti di nazionalità indiana. L'azienda è una delle più importanti ditte di allevamento del Pavese.

Appena sei giorni fa la Cgil Lombardia aveva rilanciato l’ennesimo grido d’allarme: “Gli incidenti mortali sul lavoro non sono mai solo numeri. Ogni infortunio corrisponde ad una vita persa, ad un lavoratore che non rivedrà più i suoi cari”. Nella sola regione, al 2 settembre, si erano registrati ben 41 morti, ai quali bisogna aggiungere le quattro vittime di oggi. “Ma le cifre fornite dalle istituzioni regionali spesso non concordano”, osservano da sindacato: "Per la giunta regionale sono 41 le vittime da inizio anno, secondo l’Inail più del doppio, con un incremento del 25%".

Due settimane fa un episodio simile costò la vita a due operai morti per le esalazioni provenienti da un pozzo di manutenzione di una discarica in cui stavano lavorando ad Aliano (Matera). “Il gravissimo incidente mortale sul lavoro avvenuto in una azienda di allevamento in provincia di Pavia, il pesante bilancio di quattro morti, ci riporta a quello che è un quotidiano bollettino di una guerra non dichiarata, quella dei morti sul lavoro. Nello stringerci alle famiglie delle vittime e nell’attesa di capire la dinamica dell’incidente, torniamo a denunciare con forza la poca attenzione al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Serve prevenzione, e quindi, formazione, serve una vera cultura della sicurezza da parte delle aziende e di tutte le istituzioni preposte ai controlli”. Così in una nota congiunta Cgil nazionale, Flai Cgil nazionale, Cgil Lombardia e Flai Cgil Lombardia.
 
Per i sindacati “non si può, come ancora troppo spesso accade, continuare a considerare la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro un costo o un mero adempimento normativo e seguitare a morire di lavoro nel ventunesimo secolo. Come sindacato ci battiamo da tempo su questo difficile versante, scontrandoci spesso con un muro di gomma di indifferenza e poca attenzione, crediamo, invece, che a fronte di lavori spesso poveri, poco tutelati, con appalti e subappalti, il tema della salute e sicurezza debba rappresentare una priorità e un diritto irrinunciabile per ogni lavoratore, che dopo una giornata di lavoro deve poter far ritorno a casa”. “Infine - concludono Cgil nazionale, Flai Cgil nazionale, Cgil Lombardia e Flai Cgil Lombardia -  rivendichiamo l’immediata costituzione di un tavolo per costruire politiche condivise per contrastare questo dramma”.

"Non è più accettabile che episodi di questo genere continuino a riempire le pagine dei quotidiani, come purtroppo confermano i dati recentemente diffusi da Inail". Così, in una nota, interviene la segreteria della Cgil di Pavia. "Servono con urgenza interventi volti a prevenire qualsiasi forma di rischio per la salute di lavoratrici e lavoratori - spiega il sindacato -, investimenti pubblici e privati e una cultura diffusa della sicurezza che parta dagli imprenditori stessi e che consideri la spesa in salute e sicurezza un investimento e un valore aggiunto e non un costo". Cgil e Flai territoriali quindi "esprimono profondo cordoglio e vicinanza ai familiari ed ai colleghi e, nel chiedere alle istituzioni territoriali competenti di chiarire le dinamiche dell’accaduto, si attiveranno per mettere in campo tutte le iniziative utili a contrastare il fenomeno delle morti sul lavoro".