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Lavorano nei tribunali, nelle 21 sedi delle corti d’Appello, per aiutare i giudici nei procedimenti di richieste di asilo. Nei luoghi di sbarco dei migranti, a Bari, nelle diverse località della Sicilia e nella zona di Trieste. Negli uffici del ministero dell’Interno, questure, dipartimento di sicurezza, direzione. Sono i 110 somministrati distaccati in Easo, l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo che supporta gli Stati membri i cui i sistemi sono sotto pressione migratoria. Svolgono tutti mansioni delicate, molti di loro sono avvocati, ma sono assunti a tempo determinato dall’agenzia per il lavoro Adecco. I loro contratti, prorogati di tre mesi in tre mesi, sono in scadenza. Il 31 marzo in quaranta sono rimasti a casa.
Ne rimangono una settantina, ma anche per loro il destino è lo stesso: finiti i 36 mesi, l’Easo non rinnova più. “Una decisione presa in maniera totalmente unilaterale e sulla base di un’interpretazione normativa restrittiva che ha già portato alla dichiarazione di uno stato di agitazione”, afferma una nota di Nidil Cgil nazionale e della Rsa di Nidil Adecco/Easo, al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici in questa battaglia. Il sindacato italiano insieme al suo omologo europeo ha chiesto un confronto con la direzione. Sapete che cosa gli ha risposto? Che l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo non ha lavoratori tesserati con il sindacato, che le organizzazioni rappresentano il personale di Adecco, che con loro non hanno niente a che fare.
“In sostanza, un organismo dell'Unione Europea, istituito da un Regolamento del Parlamento e del Consiglio, che svolge un ruolo fondamentale nell’attuazione del sistema europeo comune di asilo, non vuole confrontarsi con il sindacato né a livello italiano né europeo – spiega Davide Franceschin, segretario nazionale di Nidil Cgil -. E per un ente europeo questo è davvero grave. Noi vorremmo trovare una soluzione per dare continuità lavorativa alle persone e anche alla mission dell’Ufficio. Non confermare i contratti metterà in difficoltà il funzionamento di Easo: è lo stesso il diritto di asilo, finora garantito dalla attività dei precari, che rischia di essere messo in discussione”.
Il sindacato chiede quindi che le istituzioni europee e lo Stato italiano intervengano, per evitare che il sostegno all'asilo sia svolto da personale precario e incerto sul proprio futuro e che venga scongiurata l’imminente sospensione delle attività di Easo sul territorio nei suoi numerosi ambiti di competenza.