L'ultimo rapporto emesso dall'Inl - Ispettorato nazionale del lavoro, che certifica il prospetto semestrale relativo al primo semestre 2021 - purtroppo, conferma la posizione del nostro Paese sul podio nero europeo. il 59% di irregolarità nel lavoro,  l'83% per irregolarità previdenziale, il 90% di negatività nella vigilanza assicurativa. Numeri che parlano di lavoratrici e lavoratori duramente sfruttati; di cittadini e di famiglie sempre più ricattati col diffuso '...o così o stai a casa'. Un semestre ispettivo appena trascorso, che ne ha fatto luce su ben 132.074 lavoratori irregolari, aggiungendo 9.034 rapporti di lavoro fittizi e 5.051 in totale nero. Attività ispettive che hanno portato, nello stesso semestre, ben 1.587 sospensioni di attività imprenditoriali.

"Da questo pesante quadro sanzionatorio che si riferisce alle più che necessarie attività ispettive, torniamo a sottolineare l'altro percorso più preventivo, messo in campo dagli ispettorati territoriali - spiega Franco Zavatti, responsabile coordinamento legalità della Cgil Modena -. Se nello scorso semestre gli Ispettorati provinciali hanno promosso 225 iniziative per la prevenzione/promozione del lavoro pulito, ben 56, il 25% del totale, si sono sviluppate in Emilia Romagna, che è perciò prima regione. Cioè una su quattro qui da noi e con l'eccezionale primato nazionale, oltre che regionale, sulla provincia di Modena con 38, seguita da Piacenza con 6 iniziative, poi Bologna e Ferrara con 4, Ravenna e Forlì con 2, infine Parma, Reggio e Rimini con 1 ciascuna".

"Attività rivolte alla prevenzione che confermano la pesantezza del lavoro irregolare nei nostri territori, caratterizzato sempre più, oltre che dalle violazioni tradizionali, quali lavoro nero, evasione e truffe contributive e fiscali, gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con l'aggiunta però di violazioni più "moderne" a carico dell'imprenditoria aperta alle collaborazioni con l'economia malavitosa, sempre più presente anche nelle nostre province. Si tratta delle irregolarità per caporalato, illecite esternalizzazioni produttive, distacchi transnazionali di pezzi d'impresa e poi necessario finale illegale, col riciclaggio dei fondi accumulati in nero", prosegue il dirigente sindacale.

"Ognuna delle tante procedure giudiziarie sul radicamento ed estensione dell'affarismo malavitoso e mafioso, al Nord e qui in Emilia Romagna, confermano sempre più queste azioni illegali e riferibili al lavoro nero, transazioni societarie, appalti truccati, corruzione e coop fasulle. Oltre al duro e quotidiano lavoro sindacale, occorre pertanto sostenere queste preziose attività preventive in capo agli Ispettorati e agire urgentemente su alcune misure necessarie. In primo luogo, vanno con urgenza rinforzati gli organici del personale ispettivo; estendere nei fatti, il reale coordinamento e la collaborazione operativa dei vari enti ispettivi operanti nello stesso territorio; ma anche le istituzioni locali dovranno estendere progetti concreti di info/formazione per spingere l'imprenditoria nel territorio ad allontanare le irregolarità, le evasioni, le connivenze malavitose. Punti di azione che andrebbero valutati, promossi e sostenuti dai tavoli provinciali sulla legalità presso le Prefetture", conclude il sindacalista.