La diretta del comizio:

La vicesegretaria generale della Cgil nazionale Gianna Fracassi a Palermo nel giorno dello sciopero generale regionale e della manifestazione.

Ecco il video messaggio di Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia.

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Sciopero generale di quattro ore oggi in Sicilia e manifestazione regionale a Palermo contro la manovra economica. Il concentramento sarà alle 9.30 in piazza Politeama da dove partirà il corteo fino a piazza Verdi. Lì si svolgerà il comizio conclusivo con gli interventi del segretario regionale Uil Salvatore Gutilla e della vice segretaria generale della Cgil nazionale, Gianna Fracassi. Parleranno anche lavoratori, pensionati, studenti. Sulle bandiere una coccarda nera, in segno di lutto, per ricordare l’operaio di una ditta dell'indotto dei Cantieri navali di Palermo, Angelo Salamone, che ha perso la vita sul lavoro. 

“È una manovra - sostengono i segretari generali di Cgil e Uil Sicilia Alfio Mannino e Luisella Lionti - che non tiene conto del Mezzogiorno e dei problemi delle persone che ci vivono e ci lavorano”. Cgil e Uil Sicilia si chiedono se “effettivamente il governo abbia contezza della situazione economica e sociale della Sicilia: eliminare il reddito di cittadinanza farebbe precipitare nel baratro migliaia di famiglie. Saremo in piazza per chiedere un’inversione di rotta con misure di sviluppo per il Sud. Occorre partire da nuove politiche industriali ed energetiche”. I sindacati siciliani alzano le barricate anche contro i voucher. “È dimostrato - dicono - che certa flessibilità non produce sviluppo ma aumenta solo la precarietà e lo stato di incertezza dei lavoratori. Per non parlare delle pensioni con la previsione di meccanismi di fuoriuscita tarati su chi lavora regolarmente da anni, trascurando il lavoro saltuario, precario, stagionale che qui da noi prevale”.

La Sicilia si ferma il 13 dicembre

Sciopero generale di quattro ore in Sicilia il 13 dicembre, indetto da Cgil e Uil, contro la manovra economica del governo. Una manifestazione a carattere regionale si terrà a Palermo nel giorno dello sciopero con concentramento alle 9 in piazza Croci e corteo fino a piazza Verdi. “È una manovra - scrivono i sindacati in una nota - che non tiene conto del Mezzogiorno e dei problemi delle persone che ci vivono e ci lavorano. Che aumenterà anzi il divario con le regioni del nord in termini di benessere, di servizi sociali, di diritti”.

I segretari di Cgil e Uil Sicilia, Alfio Mannino e Luisella Lionti, rilevano che “si tratta di una legge di bilancio che renderà più povero chi è già povero, che non favorisce quei lavoratori che pagano regolarmente le tasse, che faticano ad arrivare a fine mese e che devono ora subire anche la beffa dei condoni e della flat tax”. I sindacati siciliani alzano le barricate anche contro i voucher. “È dimostrato - dicono - che certa flessibilità non produce sviluppo ma aumenta solo la precarietà e lo stato di incertezza dei lavoratori. Per non parlare delle pensioni con la previsione di meccanismi di fuoriuscita tarati su chi lavora regolarmente da anni, trascurando il lavoro saltuario, precario, stagionale che qui da noi prevale. L’opzione donna - sottolineano Mannino e Lionti - è inoltre un’offesa alle lavoratrici”.

Quanto alle misure di contrasto alla povertà Cgil e Uil Sicilia si chiedono se “effettivamente il governo abbia contezza della situazione economica e sociale della Sicilia. Ci chiediamo il perché di tutto questo disinteresse. Eliminare il reddito di cittadinanza - affermano Mannino e Lionti - farebbe precipitare nel baratro migliaia di siciliani. Saremo in piazza - sottolineano i segretari di Cgil e Uil - per chiedere un’inversione di rotta con misure di sviluppo per il Mezzogiorno a partire da nuove politiche industriali ed energetiche, con l’aumento dei salari per fare fronte all’aumento dei prezzi, con misure di contrasto alla precarietà e alla povertà, con pensioni giuste. Saremo in piazza anche - concludono - per dire no a qualunque progetto di autonomia differenziata che assesterebbe colpi durissimi alla scuola, alla sanità, a tutti i servizi e all’infrastrutturazione allontanando definitivamente la Sicilia dal resto dell’Italia e all’Europa”.