“Con l’articolo 177 del Codice degli appalti, che chiediamo venga modificato in questa sessione di bilancio, le multiutility si trasformano, quanto alla distribuzione, in stazioni appaltanti, e così un servizio, da sempre pubblico, diventa privato. Abbassamento della qualità del servizio, incertezza per migliaia di lavoratori e peggioramento delle condizioni contrattuali, della salute e della sicurezza sono i rischi che corriamo. Per il governo, che sbandiera nazionalizzazioni a destra ed a manca, niente male!”: È quanto ha affermato Emilio Miceli, segretario generale Filctem, nel suo intervento alla manifestazione di oggi davanti a Montecitorio.

"Il progetto di legge Daga – ha continuato il dirigente sindacale –, di fatto, pubblicizza un servizio che è già pubblico nella stragrande maggioranza dei casi e per far questo sarà costretto a comprare a prezzi di mercato, diversi miliardi, le quote delle multiutility non in mano pubblica. Operazione dispendiosa, che farà volare gli utili di quei gruppi e magari i bonus per i loro dirigenti, mentre riporterà nell'incertezza servizio e lavoratori”.

In questo modo, a suo avviso, si tornerebbe alla ministerializzazione della regolazione del sistema idrico (incluse le bollette) attraverso il ministero dell’Ambiente, "e l’acqua la pagheremo due volte: con l’aumento del prelievo fiscale e con la gestione delle bollette in mano pubblica. A ogni Finanziaria, saremo esposti a rischi di aumento della bolletta, come con benzina e gasolio”.

“Sarà pure ‘la manovra del popolo’, ma a pagare saranno cittadini e lavoratori. Stupisce che le associazioni, che hanno animato la battaglia per l’acqua pubblica, non colgano come questo Pdl nulla ha a che fare con l’acqua pubblica, principio che riteniamo fondamentale, ma molto con il ritorno in grande stile alla ‘gestione politica’ dell’acqua. Speriamo che il confronto possa chiarire i termini del problema e i rischi di cui quel P.d.l. è portatore”, ha concluso il sindacalista.

Oggi è stato il giorno della grande mobilitazione dei lavoratori dei settori elettrico, gas e acqua. I sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl, Flaei Cisl e Uiltec Uil hanno indetto infatti uno sciopero generale di 8 ore, con manifestazione a Roma per contestare alcune norme giudicate “pericolose” e le decisioni assunte dal governo: l’articolo 177 del codice degli appalti, la riforma del servizio idrico integrato (attualmente in discussione, che prende il nome dell'onorevole Federica Daga del Movimento 5 stelle) e l’esclusione della geotermia convenzionale dalle fonti di energia rinnovabili.

La prima misura contestata è l'articolo 177, comma 1, del cosiddetto codice degli appalti. La regola, che non trova alcun fondamento nella normativa europea di riferimento, stabilisce che i titolari di concessioni, già in essere al 18 aprile 2016 e che abbiano ricevuto l'affidamento “senza gara”, dovranno affidare una quota pari all'80 per cento dei propri contratti relativi alle concessioni, di importo pari o superiore a 150 mila euro, mediante procedura di evidenza pubblica, mentre per il restante 20 per cento potranno ricorrere a controllate/collegate.

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