Accogliere i lavoratori, ascoltarli, dare strumenti per organizzarsi e tutelarsi, aiutarli con i documenti, in una parola, difendere i diritti. È la Casa dei popoli, uno spazio inaugurato dalla Flai Cgil nel ghetto di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, uno dei luoghi di sofferenza e sfruttamento più disperati del Paese. Il container, messo a disposizione dal Comune di San Ferdinando, che ha sottoscritto con il sindacato di categoria un protocollo per il suo utilizzo, sarà utilizzato anche dalla Caritas, che ha stretto un rapporto costruttivo di collaborazione per il sostegno alle persone della baraccopoli.

“Questo vuole essere un luogo di riscatto per i lavoratori che vivono qui - dichiara Matteo Bellegoni, capo dipartimento politiche migratorie e legalità Flai Cgil -, che contribuiscono ad alimentare la nostra economia agricola ma sono costretti a sopravvivere in una situazione disumana e inaccettabile”.

La tendopoli che si è formata nel 2019 dopo che Salvini con le sue ruspe aveva sgomberato la baraccopoli che sorgeva qualche centinaio di metri più in là, arriva a contenere nei periodi di raccolta degli agrumi fino a un migliaio di persone. All’interno ci sono anche una moschea, qualche piccolo ristorante improvvisato, i presidi di alcune associazioni che provano come la Flai a rendere meno insopportabili le condizioni di vita dei migranti che vivono nel ghetto.

“L’iniziativa si inserisce nelle attività di sindacato di strada che prosegue e che stiamo portando avanti anche questa settimana - commenta Nicola Rodi, segretario generale della Flai Cgil di Reggio Calabria -: cercheremo così di portare sollievo alle persone che vivono nella baraccopoli, ascoltandole e dialogando con le istituzioni per fare in modo che ognuno faccia la propria parte per superare questa situazione”.

“Il container-ufficio nella tendopoli di San Ferdinando rappresenta un passo importante per migliorare le condizioni di vita e lavoro – spiega Gregorio Pititto, segretario generale Cgil area metropolitana Reggio Calabria -. Le informazioni e l’assistenza dal punto di vista amministrativo, legale e sindacale sono di fondamentale importanza, poiché contribuiscono a garantire dignità e diritti ai lavoratori stagionali, spesso soggetti a sfruttamento e precarietà”.

“Per superare i molti luoghi come questa tendopoli, nel Pnrr erano stati stanziati 200 milioni di euro – conclude Bellegoni -. L’obiettivo era realizzare soluzioni abitative per i lavoratori che abitano gli insediamenti informali sparsi per l’Italia. Un’occasione straordinaria che stiamo sprecando. Dei 37 progetti inizialmente previsti ne sono stati autorizzati solo 11, per un totale di poco più del 10 per cento dei fondi complessivi stanziati. Nel frattempo, nei giorni scorsi il commissario straordinario nominato dal governo nel giugno 2024 si è dimesso, mentre la deadline per portare a termine i progetti è giugno 2026. Per evitare di perdere anche i pochi fondi ancora utilizzabili, chiediamo al governo che si attivi subito per nominare un suo sostituto”.