"Durante l’incontro tenuto ieri nella sede del ministero dello Sviluppo economico, Abb ha ribadito per l'ennesima volta la sua posizione, senza nessuna apertura rispetto alle nostre richieste, a parte una disponibilità a rivedere l’incentivo economico per coloro che volontariamente decideranno di lasciare l’azienda". Così Mirco Rota, responsabile nazionale Fiom per il gruppo Abb,

"Lo schema è: soldi a chi se ne va per pensionamento obbligato, oppure per dimissioni volontarie, nulla in aggiunta per chi, per scelta o per necessità, deciderà di chiedere una ricollocazione negli stabilimenti Abb della Lombardia. I quali, oltre a sobbarcarsi ore e ore di viaggio non pagate, dovranno pagarsi anche le spese di trasporto, in quanto i 200 euro lordi mensili che Abb si ostina a non rivedere non saranno sufficienti a sostenere. Abbiamo chiesto di aumentare tale indennità perché solo così si possono mettere in condizione le lavoratrici e i lavoratori di potersi ricollocare veramente e non essere costretti a lasciare l’azienda", continua il sindacalista.

"Inoltre, Abb non è neanche disponibile a scrivere nell’accordo dove i lavoratori saranno ricollocati. Ma se i posti ci sono, come dice l'azienda, perché non indicarli nell’intesa sindacale che vogliamo sottoscrivere? Noi siamo per garanzie e condizioni chiare, che superino i problemi incontrati con l’ultima riorganizzazione del 2016 e non per una generica disponibilità. Infine, per quanto riguarda i lavoratori pensionabili, seppur disponibili a prevedere strumenti e percorsi di uscite incentivate, non possiamo lasciare assoluta mano libera al gruppo nella scelta dei lavoratori da pensionare", aggiunge il dirigente sindacale.

"A questo punto, la strategia di Abb è molto chiara. Soldi per incentivare i lavoratori ad andarsene dal gruppo, nulla o poco più per chi vorrebbe continuare a lavorare in azienda. Inaccettabile per chi vuole fare un accordo sindacale per tutelare il lavoro, diversamente da chi ha deciso di portare il lavoro in Finlandia, usando i soldi per liberarsi di chi per anni ha lavorato in azienda e vorrebbe continuare a farlo", conclude Rota.