“Quello del governo è un provvedimento una tantum, non c'è l'aumento delle detrazioni che avevamo chiesto per bilanciare il drenaggio fiscale causato dall'inflazione su salari e pensioni”, così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini intervistato dal Corriere della Sera.

Decreto lavoro: così non va

Spiega le ragioni per cui il decreto lavoro, licenziato dal consiglio dei ministri lo scorso Primo maggio, non va assolutamente nella direzione auspicata dai sindacati. “Ripeto: è un taglio per sei mesi. Quando domenica abbiamo incontrato il governo, lo abbiamo chiesto al ministro dell'Economia. E Giorgetti ci ha risposto che il provvedimento arriva fino a dicembre, senza prendere impegni per il dopo. Non è quello che vogliamo".

Le priorità della Cgil

La piattaforma della Cgil "rivendica il superamento della precarietà; una riforma del fisco in direzione contraria a quella del governo; un contributo straordinario sui profitti; la riforma delle pensioni; il rinnovo dei contratti mentre il governo non ha messo un euro per i dipendenti pubblici; investimenti e assunzioni per sanità e scuola pubblica; il rafforzamento della sicurezza sul lavoro”.

Inps e Inail commissariamento ingiustificato

Per Landini l’improvviso commissariamento di Inps e Inail è “una forzatura sbagliata, pericolosa in una fase difficile per il Paese. Non si capisce l'urgenza di questa decisione a fronte di un lavoro positivo che è stato svolto dai vertici commissariati. Una scelta fatta tra l'altro senza un confronto preventivo con i sindacati, che rappresentano lavoratori e pensionati, azionisti di maggioranza di questi enti”.

Salari e precarietà: la vera emergenza

“Siamo il Paese che ha il livello di precarietà tra i più alti in Europa e che ha fatto meno investimenti su innovazione e qualità”, sottolinea Landini. “Veniamo da anni in cui ha prevalso la logica della riduzione dei diritti. I salari sono bassi anche perché abbiamo un fisco che grava sul lavoro e favorisce la rendita II sindacato ha dovuto confrontarsi con tutti questi processi. Ecco perché diciamo che il nuovo patto di cittadinanza è fondato su una riforma fiscale che ristabilisca equità, a differenza di quella del governo che ignora il principio di progressività e continua a penalizzare salari e pensioni".

La forza del sindacato

Per il leader della Cgil oggi “c'è un grande bisogno di sindacato. Lo avverto tutte le volte che mi confronto con le persone, nelle assemblee e fuori, perché le condizioni di vita e le diseguaglianze stanno peggiorando in una maniera insopportabile. Per questo stiamo presentando piattaforme per il rinnovo dei contratti con richieste consistenti di aumento della retribuzione e siamo mobilitati su fisco, pensioni e precarietà”.

L’Europa sociale

La battaglia sociale esce dai confini italiani. “Per la prima volta dopo 15 anni – sottolinea Landini - tutti sindacati, e non solo, stanno sostenendo questa battaglia. Sono novità importanti. Così come le mobilitazioni in Spagna e nel Regno Unito. A fine mese, a Berlino, al congresso del sindacato europeo credo si debba discutere di come promuovere iniziative comuni su salari, fisco e stato sociale. C'è una dimensione europea dove il conflitto deve esprimersi”.

Maggio di lotta

"Per quanto ci riguarda - chiude il segretario generale della Cgil - quella di maggio è solo l'inizio di una mobilitazione cui, senza risposte del governo e delle imprese, perché da loro vogliamo il rinnovo dei contratti, dovremo dare continuità, senza escludere nulla". Si va verso lo sciopero generale? "Lo decideremo insieme a Cisl e Uil sulla base di ciò che faranno il governo e le imprese".