Un operaio di 25 anni è morto folgorato. Stava lavorando a Cartura (Padova), doveva potare i rami di un cedro situato all'interno di un giardino privato. Il giovane è salito nell'abitacolo della gru e, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe azionato il braccio che avrebbe toccato i cavi dell'alta tensione. La scossa elettrica è stata fatale. I carabinieri e i tecnici dello Spisal sono giunti sul posto per i rilievi e le indagini.

“Come è nostra prassi attendiamo gli esiti delle indagini di inquirenti e Spisal prima di dire qualcosa di definitivo sull’ennesima tragedia sul lavoro successa oggi a Cartura, nella bassa padovana. Ma oltre all’inevitabile amarezza, non possiamo non rilevare come questo genere di incidenti si susseguano da anni con un ritmo che non accenna a diminuire. Non sono ancora terminati i primi tre mesi dell’anno e siamo già alla seconda vittima sul lavoro nella nostra provincia (in Veneto, secondo l’Osservatorio Nazionale Caduti sul Lavoro, fino a oggi, nel 2022, sono 10 le vittime) confermando così una drammatica e triste tendenza”. È preoccupato Dario Verdicchio, il componente della segreteria confederale della Cgil di Padova con la delega alla sicurezza, nel commentare l’ultima tragedia sul lavoro che ha visto come vittima un giovane di 25 anni rimasto folgorato dopo che, operando in quota, la cesta su cui era posizionato ha urtato dei fili dell’alta tensione non lasciandogli scampo.

“Nello specifico – si chiede Dario Verdicchio – dobbiamo capire se sono state osservate tutte le norme di sicurezza previste per dei cantieri mobili come quello in cui stava lavorando la vittima e se, per esempio, nel Piano Operativo di Sicurezza che si deve predisporre per questo genere di lavori fossero stati segnalati i fili dell’alta tensione il cui urto ha generato l’incidente mortale. Necessario capire se la loro presenza fosse stata segnalata al lavoratore, se c’è stata in questo senso una mancanza oppure se si è trattato di una fatale disattenzione del giovane operaio. Tutte informazioni fondamentali che, allo stato attuale, non sono ancora in nostro possesso”.

“Resta l’amarezza e la tristezza – conclude il segretario confederale della Cgil padovana – per l’ennesimo lavoratore che stasera non tornerà a casa, dalla sua famiglia, dai suoi amici e affetti. Un’amarezza resa ancora più lacerante dalla giovane età della vittima, un particolare che non fa che aggiungere dolore al dolore. La verità è che per quanto viviamo nel 2022, sul fronte delle vittime sul lavoro restiamo sempre all’anno zero. Quanti morti ci vogliono affinché Governo, Parlamento e forze politiche decidano di affrontare questa situazione con il dichiarato obiettivo di cambiarla e interrompere questa lunghissima scia di vittime?”