Lavoratori invisibili e sfruttati, senza diritti e senza tutele. E oggi anche sotto ricatto: se non firmano il nuovo contratto sono fuori dal sistema. Sulla vicenda dei rider, davvero emblematica di quanto sta accadendo nel mercato del lavoro, la Cgil si sta battendo attraverso le tradizionali forme di lotta, ma anche con numerose azioni vertenziali dinanzi alla magistratura. Alla vigilia dell’entrata in vigore del contratto sottoscritto da Assodelivery e Ugl, la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti delinea un quadro preciso e impietoso dell’accordo peggiorativo stipulato per i ciclofattorini e delle iniziative messe in campo.  

 

 

“Non c’è nulla di innovativo in questo accordo firmato a spregio sia della rappresentatività delle maggiori confederazioni che del confronto aperto dal  ministero del Lavoro. Non è innovativo un contratto che definisce autonomi lavoratori che non lo sono, negandogli così qualsiasi diritto, malattia, ferie, giusta retribuzione, è indegno il pagamento a cottimo”. 

Tra gli strumenti utilizzati, una serie di vertenze legali. Dall’importante iniziativa del tribunale di Palermo che, in una causa con Glovo, ha proposto come conciliazione la riassunzione del lavoratore a tempo indeterminato al ricorso che tocca tutti gli aspetti più controversi dell’intesa Assodelivery-Ugl presentato da Nidil, Filcams e Filt dinanzi al foro di Firenze a tutela di un rider licenziato. “Non intendiamo escludere nessuna strada, faremo di tutto per non lasciare nemmeno un lavoratore da solo – conclude Scacchetti -. Il nostro obiettivo è che i rider finalmente ottengano diritti, tutele e il riconoscimento del contratto collettivo nazionale”.