In Veneto aumentano le diseguaglianze sociali: a dirlo è lo Spi Cgil regionale, elaborando alcuni dati forniti dal ministero delle Finanze. Un dato preoccupante, che deve far riflettere soprattutto considerando che tre contribuenti su cinque dichiarano meno di mille euro netti al mese. In Veneto il reddito medio degli autonomi è aumentato di oltre 5 mila euro, passando dai 43.165 euro del 2015 ai quasi 49 mila euro (48.919) del 2017. Gli imprenditori (in contabilità ordinaria) hanno denunciato mediamente 37 mila euro circa nel 2015 e 39.784 euro nel 2017. Il reddito da pensione cresce, anche se di poco (da 16.442 a 17.062 euro lordi), con un aumento sufficiente a contenere l'inflazione.

I lavoratori dipendenti veneti, invece, perdono potere d'acquisto, dato che il reddito medio annuo è addirittura diminuito (da 21.471 euro a 21.361). Lo Spi Cgil regionale rivela poi come la ricchezza si concentri su un numero limitatissimo di cittadini. Per intenderci, il 15 per cento del reddito complessivo prodotto in Veneto viene suddiviso fra il 2,4 per cento dei contribuenti (quelli che dichiarano più di 75 mila euro lordi all'anno) mentre circa tre contribuenti ogni cinque (il 38,6 per cento) dichiarano meno di 15 mila euro lordi all'anno, che significa meno di mille euro netti al mese.

''Questo trend, oltre ad allargare le disuguaglianze sociali nel nostro Paese, contribuisce a rallentare la domanda interna e, di conseguenza, pregiudica in maniera sostanziale la crescita economica", commenta Renato Bressan (segretario Spi Cgil Veneto): "Pertanto trovano ampia giustificazione le richieste del sindacato dei pensionati, e più complessivamente delle organizzazioni confederali di Cgil, Cisl e Uil, non solo al governo nazionale ma anche alle Regioni e alle amministrazioni locali, di cercare di riorientare le scelte di politica economica e sociale a favore delle fasce più deboli delle nostre comunità". Per quanto riguarda la negoziazione sociale, conclude Bressan, "insistiamo con i Comuni affinché sottoscrivano i patti anti-evasione al fine non solo di recuperare risorse utili al finanziamento del welfare locale, ma anche per arginare comportamenti illeciti che danneggiano i tanti imprenditori che fanno della fedeltà fiscale un comportamento responsabile all'interno di una competizione imprenditoriale volta all'innovazione e rispettosa dei contratti di lavoro''.