La Cgil chiede "un governo che cambi le politiche di questi anni, e non mi riferisco solo al governo Conte ma anche ai precedenti". A dirlo è il segretario generale Maurizio Landini, in un'intervista apparsa domenica 25 agosto sul Corriere della Sera: "Del resto, sono queste le ragioni sulle quali abbiamo costruito con Cisl e Uil una piattaforma unitaria e l'abbiamo sostenuta nelle piazze. E ora in Europa c'è l'occasione di cambiare le politiche di austerità. Siamo in una congiuntura sfavorevole e anche la Germania, come la Francia, ha bisogno di politiche espansive. L'Italia potrebbe giocare un ruolo 
importante e sarebbe un errore strategico non cogliere questa opportunità".

Per Landini la vera questione è "cosa fanno gli esecutivi al di là dei colori. Quello che serve è un governo in grado di combattere le diseguaglianze, l'impoverimento economico e sociale, che rimetta al centro un nuovo modello di sviluppo, riformi la pubblica amministrazione, rilanciando i diritti fondamentali del e nel lavoro, puntando sull'economia della conoscenza, sulla salute e sul rispetto dell'ambiente". Inoltre, per l'esponente sindacale un nuovo governo "avrebbe bisogno di ricostruire un rapporto vero con le parti sociali. L'idea della disintermediazione si è dimostrata foriera di errori e di 
allontanamento tra la politica e i cittadini".

Riguardo la figura specifica del premier, il segretario generale della Cgil riconosce che l'ex presidente del Consiglio "in Parlamento ha dimostrato coraggio politico e un profilo istituzionale importante quando, nel rispetto della Costituzione, ha messo il Paese nella condizione di sapere con trasparenza le ragioni della crisi e i problemi da affrontare. Inoltre, riconosco che è stato il presidente del Consiglio che ha riaperto i tavoli con le parti sociali".