E’ stata la mano dell’uomo, potremmo dire, parafrasando il titolo di un film, per spiegare le cause di alcuni degli incendi che ieri hanno distrutto alcune zone della Sardegna. Le forze dell’ordine hanno trovato gli inneschi e ora stanno indagando per arrestare i responsabili dei roghi, che hanno approfittato dell’aiuto di un forte vento di Maestrale per accendere la scintilla. 

Ettari in fumo

“Ci vorrebbero pene certe per gli incendiari”, afferma Valentina Marci, segretaria della Flai Sardegna, anticipando uno degli ordini del giorno del prossimo Consiglio dei ministri e spiegandoci che sono centinaia gli ettari di terra andati in fumo e centinaia le persone evacuate dalle abitazioni e dalle strutture turistiche nel Nuorese e nel Cagliaritano. “E’ stata una giornata pesante, ci sono stati 80 incendi che hanno fatto danni enormi al patrimonio ambientale, con quattro aziende agricole in provincia di Cagliari e a Feraxi completamente distrutte – prosegue -. Le riserve di foraggio accumulato sono andate in fumo e anche le coltivazioni, mentre le stalle si sono svuotate e molti animali sono morti”.

Turisti in fuga 

L’altro settore fortemente colpito dagli incendi è quello turistico, “compromesso in via diretta e indiretta”, come dice Nella Milazzo, segretaria Filcams Cgil Sardegna. “Ci sono danni in termini di immagine, - spiega – con le evacuazioni dalle strutture ricettive, come il campeggio nei pressi di Cagliari o le case e i villaggi nella costa est, e poi quelli economici che vanno a peggiorare ulteriormente una situazione di crisi già esistente” e diventata molto pesante con gli anni della pandemia da Covid.

“Sembrava che il 2023 fosse l’anno per una ripresa straordinaria, invece la situazione climatica generale (con maggio e giugno all’insegna delle piogge e del cattivo tempo e un luglio dal caldo straordinario) ha inciso pesantemente sulle fragilità del turismo in generale. Ora gli incendi comprometto ulteriormente una stagione che stava cercando di ripartire, molti turisti fuggono e la situazione è drammatica e complicata”. Quindi la richiesta di un tavolo che veda seduti insieme le organizzazioni sindacali, le parti datoriali e la Regione, per comprendere i danni effettivi e soprattutto le azioni di prevenzione da mettere in campo e quelle per garantire la sicurezza in funzione della fragilità del clima”. 

Serve quindi “un piano per affrontare una situazione di emergenza che, a questo punto, sta diventando un fattore endemico”. Il segretario generale della Cgil Sardegna, Fausto Durante, affronta così il discorso generale che va oltre il disastro degli ultimi giorni, perché quella degli incendi, in Sardegna, è questione annosa. 

Insufficienze e storture

“I roghi – ricorda Durante - si ripetono ogni anno e spesso hanno una matrice dolosa, anche perché legati a un’idea distorta dell’utilizzo del territorio, alla speculazione e a rapporti non sempre chiarissimi tra chi si rende responsabile degli incendi e chi è responsabile dell’ambiente e del territorio stesso”. Quando il segretario generale entra nel dettaglio ci fa sapere che gli organici delle agenzie ambientali sono insufficienti e in particolare quello di Forestas, che in Sardegna si occupa di controllo, pulizia, manutenzione e prevenzione territoriale.

A fine luglio è morto un lavoratore dell’agenzia regionale Forestas, stroncato da un infarto dopo avere lavorato tutto il giorno allo spegnimento di un incendio. “Abbiamo verificato come circa la metà dei dipendenti di Forestas non sia idoneo alla mansione specifica della prevenzione – afferma Durante -. Quello che si chiede è che le agenzie competenti, i vigili del fuoco e il corpo forestale siano dotati di personale sufficiente e idoneo a mansioni faticose e pericolose, frequentemente richieste in questo periodo”.

Alla carenza di personale si somma quella di strutture e mezzi e ne è la dimostrazione l’utilizzo di Canadair partiti dall’aeroporto romano di Ciampino: “Questi aerei per lo spegnimento degli incendi non sono presenti in Sardegna in pianta stabile, quindi è necessario – conclude - irrobustire la capacità di risposta con una dotazione strutturale permanente”.