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Esigeva ogni mese centinaia di euro dai suoi operai, con la minaccia del licenziamento. È finita così la carriera di un 45enne capocantiere, dipendente di un’impresa edile bergamasca, arrestato dalla Guardia di finanza per estorsione continuata aggravata in un cantiere di San Giuliano Milanese, dove si stava costruendo un supermercato.
L’inchiesta scattata grazie al sindacato
A far scattare le indagini, lo scorso aprile, è stata la denuncia di un iscritto alla Fillea Cgil Milano. L’operaio ha raccontato al sindacato di dover restituire parte del proprio stipendio per non perdere il lavoro. Da lì il sindacato ha accompagnato lui e i colleghi a formalizzare la denuncia alla Guardia di Finanza, fornendo gli elementi necessari per identificare il caporale.
Minacce, falsi conteggi e salari decurtati
Secondo quanto ricostruito dai finanzieri del Primo Nucleo Operativo Metropolitano di Milano, l’uomo sfruttava lo stato di bisogno di lavoratori spesso stranieri. In alcuni casi la decurtazione avveniva “a monte” sul salario, all’insaputa del datore di lavoro. Quando qualcuno protestava, il capocantiere falsificava le ore lavorate: comunicava meno ore all’impresa e spalmava le eccedenze su altri operai, costretti poi a restituirle in contanti.
La gratitudine della Fillea Cgil di Milano
“Esprimiamo gratitudine alle istituzioni e in particolare ai militari della Guardia di finanza per la professionalità dimostrata – dichiara il segretario generale della Fillea Cgil Milano, Riccardo Piacentini –. Speriamo che questa vicenda sia di incoraggiamento per tanti operai, spesso stranieri, che vivono situazioni simili di ricatto. Denunciare è fondamentale e lo si può fare in totale sicurezza”.
Per l’indagato il gip ha disposto gli arresti domiciliari. Il fascicolo è stato trasmesso, per competenza territoriale, al Tribunale di Lodi.