“Siamo un Paese a demografia piatta, con un invecchiamento della popolazione esponenziale, eppure lasciamo che i nostri giovani consegnino il loro sapere ai nostri concorrenti”. A dirlo è il vicesegretario generale della Cgil Vincenzo Colla, in un’intervista rilasciata oggi (giovedì 5 settembre) al quotidiano La Repubblica: “La questione giovani è un tema vero per il Paese, ma non è solo un problema salariale. Dal Sud si emigra perché non c’è lavoro, dal Nord si emigra perché altrove le condizioni di lavoro sono migliori. Non possiamo permetterci di perdere questi ragazzi, ma non basta alzare gli stipendi: dobbiamo cancellare la precarietà diffusa, che non ha paragone con gli altri Paesi e toglie respiro a qualunque percorso di vita”.

Per Vincenzo Colla occorre “passare dalla cultura della discontinuità a quella della stabilità. In Italia abbiamo oltre 40 modi di assumere, o meglio di non assumerle: grazie alla tassazione agevolata al 15 per cento stanno di nuovo crescendo le partite Iva fasulle. I lavoratori pensano magari di guadagnare di più, ma la verità è che non possono avviare progetti di vita”. In conclusione, il vicesegretario generale della Cgil evidenzia la necessità di “riprogettare il welfare, ma anche di garantire la stabilità del lavoro. Significa anche dire basta al part-time involontario: si guarda sempre al tasso di disoccupazione, ma non si considera il calo delle ore lavorate”.