Ali ha aderito convintamente alla manifestazione “Insieme per la Costituzione” perché ritiene prioritaria per ogni discussione e azione politica e amministrativa la difesa e l’applicazione della Carta Costituzionale, documento principe su cui è nata ed è stata fondata la nostra Repubblica. 

Oggi siamo all’alba di un progetto politico, l’autonomia differenziata, che vuole definitivamente dividere il nostro paese, creando cittadini di “serie a” e cittadini di “serie b”. Questo è stato certificato anche in sede parlamentare, nelle audizioni che si stanno tenendo in commissione Affari costituzionali del Senato, da parte di tantissimi istituti, associazioni, esperti e docenti, financo dallo stesso Ufficio bilancio del Senato. Sarebbe una riforma devastante per l’Italia. Contro la Costituzione innanzitutto, contro l’unità, l’uguaglianza, la sanità, la scuola, il lavoro. 

Uno dei capisaldi della Costituzione è l’art. 32 che stabilisce la salute e la cura come un “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Il sistema sanitario nazionale da molti anni è in gravi difficoltà e temiamo che nei prossimi anni possa essere ulteriormente massacrato da tagli a risorse e personale. Questo è un rischio per il Paese. Lo Stato non può e non deve creare divisioni tra cittadini e territori, per questo noi sindaci siamo molto preoccupati da quello che sta accadendo. 

Siamo convinti che un ulteriore rafforzamento del regionalismo, che toglie di fatto allo Stato materie fondamentali come la sanità pubblica, sia da evitare, e che occorra piuttosto lavorare per una maggiore coesione, unità, uguaglianza e solidarietà. È compito delle istituzioni tutelare la Costituzione e chiederne l’applicazione, rilanciarne i principi e i valori fondamentali, che sono anche alla base dell'impegno quotidiano degli amministratori locali.

Regionalizzare ulteriormente la sanità infatti, come vorrebbero fare i ministri leghisti, significherebbe uscire dal solco della Costituzione, sarebbe un arretramento radicale oltre che una controriforma incostituzionale. Sarebbe negato l’esercizio del diritto alla salute e alla cura in maniera uguale su tutto il territorio nazionale, si realizzerebbe un doppio regime fra quello nazionale e quello regionale: innanzitutto le regioni che potranno trattenere più gettito fiscale si potrebbero trovare nelle condizioni di offrire ulteriori prestazioni aggiuntive ai propri cittadini rispetto ad altre regioni; poi, trattenendo le regioni più gettito a livello locale, arriverebbero meno risorse a livello centrale e a quel punto come si potrà garantire lo stesso livello di prestazioni essenziali offerte oggi sull’intero territorio nazionale? Non sono dettagli, sono questioni enormi. Si spaccherebbe l’Italia: tra Nord e Sud, ricchi e poveri, chi già ha molto avrà di più e chi oggi ha meno avrà di meno in futuro. 

Non bisogna assolutamente trasferire i limiti del centralismo statuale a quello regionale, soprattutto su materie fondamentali come la sanità, l’Italia è una e indivisibile. Chi davvero ama l’unità d’Italia combatterà e scenderà in piazza contro ogni tentativo di indebolire la Costituzione e il Ssn.

Difendere la sanità pubblica significa battersi per garantire uguali diritti fondamentali a tutti i cittadini. Occorre dare le necessarie risorse economiche e organizzative al comparto sanitario, ma soprattutto dignità a chi lavora nella sanità; rilanciarla, non indebolirla, e recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata a partire da quella territoriale. 

L’imperativo che dovrebbe muovere ogni amministratore, in tutti i livelli di governo, è trovare la strada giusta perché sia applicata la Costituzione e siano tutelati i diritti di chi rappresentiamo ogni giorno. Saremo sempre dalla parte di chi difende la Costituzione e il Sistema sanitario nazionale, pubblico, solidale e universale.

Matteo Ricci, presidente nazionale di Ali e sindaco di Pesaro