Non possiamo rimanere in silenzio e fermi nell’assistere all’inarrestabile declino che il nostro Paese sta subendo, declino che sta colpendo per primi proprio i più bisognosi partendo dall’assenza, per troppe persone, dei due diritti fondamentali per la dignità: lavoro e casa!

Molte famiglie stanno pagando cara la conseguenza della cancellazione del fondo per l’affitto e per la morosità incolpevole, senza contare poi che l’eliminazione del reddito di cittadinanza, comunicata con un vergognoso sms, ha messo in seria difficoltà i soggetti meno abbienti ai quali non è stata data nessuna alternativa né di sostegno al reddito né di lavoro.

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La “poverty washing” del governo Meloni fino ad adesso nel nostro Paese ha prodotto l’effetto contrario: i poveri stanno aumentando sempre di più, il welfare è diventato un progetto astratto. Il Pnrr che doveva essere la salvezza, ha visto anche cancellare progetti per 16 miliardi, compresi interventi per la riqualificazione dei quartieri e delle periferie, contro il disagio sociale e urbano.

Per non parlare poi del grave attacco al diritto allo studio: una vera e propria sconfitta nei confronti degli studenti universitari che, con il blocco dei 500 milioni dei fondi Pnrr previsti nella terza tranche, toglie il diritto all’istruzione a chi non può permettersi un alloggio a canone sostenibile.

Ormai dei proclami urlati sui palchi e delle buone intenzioni mai praticate non sappiamo cosa farcene. Rimangono aperte e inascoltate ancora tante emergenze sul fronte dell’abitare sulle quali il governo fa orecchie da mercante o forse, peggio ancora, crede che non siano un problema. 

Gli sfratti, che aumenteranno in maniera esponenziale a causa dell’eliminazione del fondo a sostegno degli affitti e della morosità incolpevole, gli affitti insostenibili rispetto agli attuali redditi delle famiglie, l’assenza di case popolari, il degrado in cui versano oltre 60 mila alloggi sfitti di edilizia pubblica non assegnati. Migliaia di giovani che non riescono a formare una famiglia perché non trovano un alloggio a un costo accessibile, in acquisto o in affitto e ai quali, sempre più precari, vengono a mancare tutele.

Tutto ciò, purtroppo, aprirà nel nostro Paese altri drammatici scenari che si vanno ad aggiungere a quelli già esistenti. Per questo il Sunia aderisce alla manifestazione nazionale del 7 ottobre e sarà con la Cgil, unitamente alle altre associazioni, nel cammino lungo “La via maestra” e sfilerà contro la precarietà, per il contrasto alla povertà, contro tutte le guerre e per la pace, per l’aumento dei salari e delle pensioni, per la sanità a tutti, per la scuola pubblica, per la tutela dell’ambiente, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e per il diritto alla casa.

Stefano Chiappelli, segretario generale Sunia