"In questi giorni, in tutte le aziende del servizio sanitario regionale, stanno uscendo i bandi di stabilizzazione del personale precario assunto per la gestione dell’emergenza Covid. Tutti coloro che hanno 18 mesi lavorativi al 30 giugno 2022 possono di fatto trasformare il loro rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.  Un passo avanti importante per garantire la qualità del lavoro in sanità e per la qualità del lavoro in Emilia-Romagna, fatto grazie all'accordo sindacale sottoscritto dalla Regione con Cgil, Cisl e Uil". A scriverlo in un comunicato congiunto le categorie regionali che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl..

"Ma questo non basta, adesso bisogna continuare nel rispetto degli accordi presi e far sì che sui fondi di contrattazione integrativa aziendale siano interamente coperte le spese sostenute per pagare il salario accessorio ai dipendenti assunti per gestire l’emergenza, come è avvenuto nel 2020 e nel 2021, senza tagli che possano impattare sul valore degli stipendi di tutti i dipendenti del Servizio sanitario regionale per i quali si deve, diversamente, procedere nella direzione della giusta e meritata valorizzazione.

È indispensabile inoltre continuare la battaglia da parte delle Regioni affinché, così - come chiesto da tempo da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - il Governo tolga gli attuali tetti di spesa sul personale e sui fondi per la contrattazione integrativa. Ancora oggi, infatti, a prescindere dalla gestione Regionale vi sono vincoli imposti dal Governo e cronici sotto finanziamenti della sanità pubblica che devono essere superati per poter assumere personale, a partire da quello necessario per il tanto decantato potenziamento della sanità territoriale e per poter loro garantire una adeguata risposta economica.

È grave - concludono i sindacati - che la Regione Emilia-Romagna, a distanza di mesi, nonostante tutte le vertenze in corso, non ci abbia dato ancora risposte concrete rispetto agli accordi sottoscritti, al di là delle dichiarazioni a mezzo stampa, ma di certo come Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl non possiamo continuare a vedere il tempo che scorre, senza che il personale che garantisce i servizi sanitari abbia la giusta valorizzazione e rischi addirittura la beffa della diminuzione dello stipendio, con l’aggravio di un momento storico afflitto dal caro vita più alto dalla seconda guerra mondiale. È finito il tempo delle attese, vi è necessità di ravvivare quelle memorie che troppo velocemente sono evaporate. La garanzia dell’assistenza del nostro Servizio Sanitario Regionale è un valore per i cittadini e passa attraverso la qualità e la giusta valorizzazione del lavoro di chi ogni giorno ci assiste e ci cura".