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Se 289 vi sembrano pochi: è il numero dei reporter uccisi a Gaza, 294 se ci si aggiungono anche quelli caduti in Libano. I loro nomi sono stati letti questa mattina (9 settembre) nel corso della manifestazione organizzata dall'Ordine dei giornalisti del Lazio con Articoli 21 e tante altre associazioni a piazza Santi Apostoli a Roma che ha scelto come slogan "Il diritto all'informazione non può essere cancellato". Nel corso del presidio esposto anche un cartellone con i nomi delle vittime, oltre ad alcune foto macchiate di vernice color sangue.
Alla manifestazione hanno aderito esponenti di tutti i partiti politici, escluso Fratelli d'Italia, i quali si sono alternati, insieme a rappresentanti della società civile, nella lettura dal palco. "Abbiamo voluto questa manifestazione, riprendendo una proposta di Articolo 21, non solo per ricordare le vittime, ma anche chi lavora lì in condizioni disagiate - ha detto il presidente dell'Odg Lazio, Guido D'Ubaldo -. Speriamo anche che ci sia la possibilità che una delegazione internazionale finalmente possa entrare nella Striscia, ricordando a tutti che il giornalismo non è terrorismo".
"Venire a leggere questi nomi significa ridare vita a queste persone - ha sottolineato la presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia -. La scritta 'press' sulla pettorina sembra quasi ormai essere un bersaglio e non una protezione. Questo è gravissimo, così come è gravissimo che i giornalisti internazionali non possano raccontare cosa sta accadendo".
Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi, ha denunciato l’impossibilità per i giornalisti internazionali di “entrare a Gaza quando c'è la guerra. E quindi questo diventa un impegno a continuare a chiedere che finalmente si aprano quelle porte. Ribadiamo questo appello, così come ribadiamo la richiesta della Federazione della stampa alla Corte Penale Internazionale di aprire un'indagine sull'assassinio delle giornaliste e dei giornalisti".
Presenti in piazza anche tanti giornalisti Rai. Per il consigliere Rai, Roberto Natale, “il servizio pubblico c'è, ma può e deve fare ancora di più, anche aprendo spazi nei palinsesti per dare agli ascoltatori il senso della straordinaria tragicità di quanto sta avvenendo, magari dando più voce ai palestinesi".
Per il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, "finalmente ci sono dei segnali della società civile, vista l'inerzia complessiva del governo, dell'Europa, del mondo di fronte a questa tragedia. Questa entrerà a tutti gli effetti in una delle più grandi tragedie della storia dell'umanità, soprattutto per l'indifferenza che è stata mostrata".
Tra le persone che si sono alternate dal palco anche l'attrice Anna Foglietta: "Il nostro governo deve prendere una posizione - ha detto -, perché dal basso questa posizione è stata presa in modo inequivocabile. Bisogna che la prendano le istituzioni e anche tutti i cittadini che potrebbero e dovrebbero far sentire la loro voce per cambiare un po' la narrativa dominante".