Ieri a Roma Cgil Cisl e Uil hanno incontrato il Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno Giuseppe Provenzano, confronto importante per fare il punto su quanto messo in campo fin ora dal Governo e su come indirizzare e utilizzare le risorse del Recovery Fund. Già prima della Pandemia il Ministro aveva presentato un Piano per il Rilancio delle regioni meridionali, oggi mettere in campo politiche per ridurre le distanze economiche e sociali tra le diverse aree del Paese è ancora più necessario e urgente.

“Solo se si supererà il divario tra Nord e Sud si supererà la crisi. La pandemia ha accentuato i rischi di un ampliamento delle disuguaglianze territoriali, ma le risorse messe in campo con il Recovery Fund offrono oggi la possibilità di una strategia per la coesione, capace di ridurre, una volta per tutte, le disparità e garantire una svolta per il Paese. Va innanzitutto contenuta la perdita di occupazione, specialmente giovanile e femminile e vanno recuperate le carenze infrastrutturali, le fragilità dei tessuti e delle filiere produttive soprattutto nel Mezzogiorno”. Lo ha affermato Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil, che ieri era all’incontro con Provenzano. Con il decreto agosto, ora all’attenzione del Parlamento, il Governo ha introdotto una sconto contributivo a vantaggio delle aziende del Sud. Bene ma non sufficiente. Lo ha sottolineato Maurizio Landini, lunedì in audizione al Senato, lo ha ribadito Massafra: “La fiscalità di emergenza da sola non basta, soprattutto se drena risorse dedicate agli investimenti di sistema. La fiscalità di emergenza – ha sottolineato il dirigente sindacale - ha un valore soltanto se inserita in un Piano complessivo centrato su riforme di vasta scala: dalla mobilità alle strategie industriali, dalle infrastrutture materiali (viabilità, reti digitali) a quelle sociali (educazione, istruzione, sanità)”. “Inoltre – ha aggiunto Massafra - riteniamo che la fiscalità di emergenza sul medio-lungo termine vada gestita attraverso un sistema di premialità che eviti una decontribuzione a pioggia, e punti invece sulla valorizzazione di cluster e filiere produttive in grado di far crescere concretamente i livelli occupazionali. La decontribuzione alle imprese andrebbe legata al contratto nazionale di lavoro e al contrasto dei contratti pirata”.
 
Ovviamente l’incontro tra il Ministro e le organizzazioni sindacali non si è limitato ad esaminare ciò che è stato fatto, ma grande attenzione Cgil Cils e Uil hanno posto a cosa fare nell’immediato futuro, soprattutto su come utilizzare le risorse europee a partire dal Recovery Fund. Il segretario confederale della Cgil ha ribadito:  “l’Italia ha mostrato molte debolezze nella programmazione e nell’utilizzo delle risorse europee, in particolare al Sud. Ora si deve cambiare passo, mettendo in campo un programma innovativo e perseguibile di politiche e interventi, e soprattutto realizzandolo. Va superata  quella debolezza nella capacity building delle istituzioni pubbliche che finora ha frenato un utilizzo efficace delle risorse europee, attraverso l’inserimento nelle amministrazioni di profili professionali qualificati e prevedendo percorsi di rafforzamento delle competenze del personale dipendente”.
 
Massafra infine ha sottolineato che “un programma di questo tipo potrà contare sulla fattiva collaborazione del partenariato economico e sociale, che comprende i soggetti portatori dei bisogni di lavoratori, imprese e cittadini”. Soggetti che “dovranno essere maggiormente coinvolti dalle istituzioni pubbliche, fin dalla fase attuale di definizione del Piano nazionale di ripresa da inviare in Europa nei prossimi mesi, perché la loro partecipazione potrà fare la differenza nella messa a terra di progetti concreti di rilancio del Paese, a partire dal Mezzogiorno. Per questo anche il confronto con il Governo dovrà andare avanti”.