La legge di bilancio all’attenzione del Parlamento, per quanto riguarda tasse e tributi, conferma ciò che era scritto nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.

Importante e positivo, in ogni caso, è che la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori e le lavoratrici, chiesto da Cgil Cisl e Uil, previsto con la manovra del 2019 ed entrata in vigore da luglio scorso, è stata resa strutturale e definitiva.  È da ricordare, però, che i sindacati più volte hanno chiesto un analogo provvedimento anche per i pensionati che da decenni sono esclusi da qualunque restituzione fiscale.

In manovra vi sono fondamentalmente due annunci. Il primo riguarda la riforma del fisco, Camera e Senato daranno al governo il mandato di scrivere una legge delega. Spetterà quindi all’esecutivo predisporre una vera e propria riforma fiscale, all’interno del "Piano di rilancio e resilienza", quello che utilizzerà le risorse europee del Nex Generation Eu. Il secondo annuncio riguarda l’assegno unico per le famiglie. In realtà questo secondo provvedimento è un po’ più concreto del primo, con l’articolo 2 – infatti – sono appostati circa tre miliardi di euro, utili a far partire lo strumento dal prossimo luglio. Le confederazioni sottolineano che il “disallineamento” tra riforma fiscale e prestazioni anche monetarie per le famiglie può creare dei problemi, soprattutto nell’iniziale gestione dell’assegno unico.

La manovra prevede tre fondi dedicati alle politiche fiscali, quello per gli interventi di riforma vera e propria del sistema fiscale, quello per la fedeltà fiscale, e infine quello per l’assegno universale e i servizi alla famiglia. Questi fondi saranno, in parte, implementati con quanto si recupererà dalla lotta all’evasione e dalla fedeltà fiscale. Tutto, quindi rinviato, ma ricordiamo che “Per Cgil, Cisl, Uil, la riforma del fisco, annunciata in più occasioni dal governo, deve porsi l'obiettivo di ridurre le tasse a chi le paga, vale a dire a lavoratori dipendenti e pensionati. Questo deve avvenire attraverso un significativo aumento delle detrazioni, come intrapreso con la scorsa legge di bilancio. Occorre poi ampliare, anche ai pensionati, e rendere strutturale tale intervento”. È quanto hanno dichiarato i segretari nazionali delle tre confederazioni Gianna FracassiGiulio Romani e Domenico Proietti, presentando le proposte dei sindacati contenute nella piattaforma unitaria presentata da poche settimane. “Occorre, successivamente intervenire tagliando le aliquote Irpef, rispettando il principio di progressività previsto dalla Costituzione”, proseguono i tre dirigenti di Cgil, Cisl e Uil: “Riteniamo necessario detassare gli incrementi contrattuali previsti dai rinnovi dei ccnl, così da determinare un effetto positivo immediato sul reddito dei lavoratori. Inoltre, vanno rimodulate le spese fiscali, va rivista in maniera organica la tassazione locale scongiurando ulteriori aggravi e introdotto un nuovo assegno familiare universale”. È auspicabile che il governo, in vista della predisposizione della legge delega, apra un confronto reale con le confederazioni a partire anche dalla piattaforma sindacale.

Quello che, invece, in legge di bilancio c’è, è l’utilizzo di incentivi e esoneri contributivi e fiscali a favore delle aziende che assumono giovani e donne (gli articoli 4 e 5 del provvedimento), e quello destinano agli imprenditori agricoli (articoli 6 e 7). L’utilizzo di questi strumenti, secondo la Cgil, crea perplessità. Infatti negli anni passati l’idea di creare occupazione attraverso la decontribuzione ha avuto effetti positivi limitati. “Da una parte perché questi strumenti sono stati inseriti all’interno del fisiologico turn-over, dall’altra perché gli attuali contratti a tutele crescenti, non tutelando contro i licenziamenti, permettono facilmente la dismissione dei lavoratori una volta terminato il periodo di decontribuzione”. “Più in generale – aggiungono da Corso d’Italia – l’errore di fondo che il legislatore continua a commettere, è ritenere che il grave problema occupazionale che affligge il nostro Paese sia determinato dall’alto costo del lavoro e non da produttività, capacità di investimento e di innovazione, collocazione nelle catene di valore globali, dimensione d’impresa, specializzazione produttiva”.

Infine, l’innovazione vera è l’avvio di due strumenti per favorire la tracciabilità del denaro e quindi contrastare l’evasione fiscale. Parliamo di cashback e di lotteria degli scontrini. In realtà erano previsti già nella vecchia manovra e l’entrata in vigore è stata spostata al 2021. Di cosa si tratta? Di strumenti per incentivare l’uso della moneta elettronica attraverso vantaggio economico per gli acquirenti, ricordiamo, infatti, che l’Italia è 23esima in Europa per i pagamenti senza contanti. Secondo Cristian Perniciano, dell’Area politiche per sviluppo della Cgil, “queste sono operazioni che vanno considerate di contorno rispetto alla lotta all’evasione fiscale, che deve fondarsi innanzitutto sull’incrocio di tutte le banche dati e sul rischiaramento di tutti i flussi commerciali per prevenire l’evasione prima ancora che si consumi. Va, quindi, da sé – continua il dirigente sindacale – che spingere verso la tracciabilità è utilissimo, ma che è assai più importante che le banche dati, popolate con i dati derivanti dalle transazioni, debbano essere utilizzate in automatico perché l’amministrazione finanziaria possa avere contezza delle operazioni svolte dai contribuenti, nel rispetto della privacy ma anche con attenzione alla fedeltà fiscale”.