Nuovi ammortizzatori sociali per evitare gli esuberi e consentire lo sviluppo del piano industriale. Questa è la richiesta che sindacati e Regioni (Marche e Toscana) portano oggi (giovedì 25 ottobre) a Roma, alla riunione del tavolo sulla Whirlpool che si tiene alle ore 10 al ministero dello Sviluppo economico. La multinazionale statunitense ha infatti annunciato che, se non dovessero subentrare nuovi sostegni economici per i prossimi due anni, alla scadenza della cassa integrazione (prevista per il 31 dicembre prossimo) procederà con i licenziamenti. Gli esuberi previsti sono 792, di cui 623 nella produzione e 169 negli uffici centrali, distribuiti in tutti i siti italiani (tranne che in quello varesino di Cassinetta).

Nell’ultimo incontro, avvenuto il 3 ottobre scorso sempre al Mise, il ministro aveva “aperto” alla possibilità di rispondere positivamente alla richiesta della Whirlpool, chiedendo però in cambio un piano industriale (già presentato nel maggio scorso), condiviso con i sindacati, che contempli il rientro in Italia di alcune lavorazioni oggi realizzate all’estero. Richiesta subito appoggiata da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, che hanno sottolineato, proprio a fronte della disponibilità dell’esecutivo, la necessità di “un progetto di effettiva specializzazione degli stabilimenti, improntato allo sviluppo”.

Il piano industriale 2019-2021 per gli stabilimenti e le sedi direzionali della Whirlpool presenti in Italia prevede investimenti in processo e prodotto per 31 milioni di euro. Per condividerlo, però, la Fiom pone alcune questioni, a partire dalla “specializzazione dello stabilimento di Comunanza (Ascoli Piceno) come unico polo europeo dell’asciugatura, con il conseguente trasferimento di produzioni”, e dalla “garanzia di maggiori volumi produttivi per lo stabilimento di Siena, con il sostegno di adeguate politiche commerciali”.

La segretaria nazionale Fiom Michela Spera e la coordinatrice Fiom Whirlpool Claudia Ferri evidenziano anche la necessità della “piena realizzazione dei processi di reindustrializzazione per Teverola (Caserta)”, della “conferma dei volumi previsti in crescita per gli stabilimenti di Cassinetta (Varese) e Melano (Ancona)”, del completamento della “riqualificazione e ricollocazione interna per gli impiegati delle sedi direzionali, oltre a un confronto da realizzarsi a livello locale per la stabilizzazione degli interinali nello stabilimento di Cassinetta”.

Sulla vicenda interviene anche la Fiom di Fabriano. “La vertenza Whirlpool è la più grande del nostro territorio, sia per le dimensioni della multinazionale statunitense sia per il numero di dipendenti coinvolti”, spiega il sindacato territoriale: “In questi anni sono stati investiti decine di milioni di euro sul nostro distretto ed è proseguita la riorganizzazione contemplata dall'accordo ministeriale del 2015, ma non è stato sufficiente. Le difficoltà dovute alla fusione dei due colossi industriali Indesit Company e Whirlpool, le dinamicità e l'imprevedibilità del mercato hanno portato il gruppo a perdere quote importanti di volumi”. La Fiom territoriale auspica dunque che il “nuovo piano industriale venga sostenuto da ulteriore cassa integrazione”, e che “l'azienda mantenga gli impegni presi, ribadendo la centralità del territorio di Fabriano sia per la produzione di piani cottura sia per quanto concerne le sedi impiegatizie”.