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“Una storia Italiana” è lo slogan utilizzato da Viamaestra storico marchio di calzature e accessori. Ma secondo i sindacati questa storia rischia di essere una delle tante non a lieto fine, visto che "l’azienda sta per sparire e chiudere i battenti". Per di più, ad oggi non risultano ancora pagati lo stipendio di giugno e la quattordicesima mensilità. Motivi per cui gli stessi sindacati, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, hanno proclamato lo stato di agitazione e indetto uno sciopero che si svolgerà nelle giornate di oggi, 21 luglio, per tutti i dipendenti della sede aziendale di Cuneo, e domani, sabato 22 luglio, per tutti i dipendenti impiegati presso i 40 punti vendita.
"Come tante storie italiane salite agli onori della cronaca specialmente negli ultimi anni - spiegano in una nota i sindacati - ci troviamo di fronte ad una famiglia che nel 1920 fonda un brand solido e innovativo, resistente a decenni di evoluzione e di cambiamenti, che conta oggi circa 40 negozi e 140 dipendenti. Gli eredi del fondatore, però, decidono di dismettere totalmente l’azienda e di chiudere i punti vendita localizzati tra Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, senza alcuna speranza o prospettiva per l’attività e per i propri lavoratori".
Dopo alcuni confronti con le organizzazioni sindacali del territorio piemontese, dove ha sede lo Studio D&D, proprietario del marchio e degli immobili, da giorni è calato il silenzio tombale e nessuna risposta alle richieste di confronto viene concessa. "Lavoratrici e lavoratori continuano a svolgere la loro attività responsabilmente e tra mille difficoltà dovute alla gestione confusa, imprecisa, insufficiente della proprietà - scrivono ancora Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil - L’Azienda non formalizza se e quando erogherà i saldi dello stipendio di giugno e della 14^ mensilità, ha inoltre iniziato a svuotare i negozi di tutti gli arredi di valore e diffonde voci allarmanti circa la crisi che attraversa ed il probabile accesso ad una procedura concorsuale, elemento che aggraverebbe ulteriormente la condizione dei punti vendita, della sede amministrativa e della prosecuzione di attività.
Riuniti in Assemblea le lavoratrici ed i lavoratori, le Rsa e i sindacati hanno valutato queste condizioni insostenibili, sono altresì preoccupate per le sorti, le conseguenze sociali ed economiche che il degenerare della situazione potrebbe comportare. Da qui la decisione di proclamare lo stato di agitazione a livello nazionale, e dichiarare uno sciopero per l’intera giornata, con modalità ed articolazioni stabilite a livello territoriale, nelle date di venerdì 21 e sabato 22 luglio.