"Abbiamo letto con estrema attenzione il fondo di Paolo Graldi sul 'Messaggero', relativo alla situazione delle ville romane e del verde pubblico". Così, in una nota congiunta, Eugenio Stanziale, segretario della Cgil di Roma e del Lazio, ed Eugenio Siracusa, segretario della Flai Cgil di Roma e del Lazio.

"Il tema non è il metodo Buzzi, ma il rispetto di una serie di norme che, se applicate, potrebbero risolvere il problema della cura del verde pubblico, soprattutto in questo periodo. Il blocco delle gare ha portato, di fatto, all’espulsione di oltre un centinaio di lavoratori, che quotidianamente contribuivano a mantenere il verde pubblico della città. Comprendiamo le esigenze dell’assessore Sabella e dell’amministrazione Marino di restituire trasparenza con un nuovo albo, e con requisiti più cogenti, ma questo nuovo meccanismo potrà essere utilizzato solo tra qualche mese, mentre Roma resta invasa dalle erbacce", continuano i due dirigenti sindacali. 

"A questo punto, piuttosto che trovare soluzioni astruse, quali i voucher o il coinvolgimento dei volontari, meglio farebbe l’assessorato competente a predisporre i lavori da assegnare a quelle cooperative sociali che, ad oggi, non sono state minimamente toccate dalla vicenda giudiziaria, e che in questi anni hanno consentito il reinserimento di centinaia di persone svantaggiate. Abbiamo avviato un tavolo tecnico con l’assessore Sabella, per disegnare un quadro di riferimento più chiaro e certo per l’assegnazione di lavori e servizi alle cooperative di tipo A e di tipo B; però, restano i problemi legati alla prosecuzione di questi servizi, che non possono essere interrotti tout-court", proseguono i due esponenti Cgil. 

"Per questo, abbiamo chiesto all’amministrazione capitolina di trovare insieme un modo per assegnare questi lavori alle cooperative che rispondano a questi requisiti, valorizzando chi ha fatto veramente reinserimento e inclusione sociale in questi anni. Ci aspettiamo un segnale in tal senso, e non soluzioni, tipo i voucher, che renderebbero questi lavoratori ancora più svantaggiati di quanto non lo siano già”, concludono i due sindacalisti.