Dalla Brai Cost di Stroncone, alla Omas di San Giustino, ovvero dall’estremo sud all’estremo nord della regione, l’Umbria continua ad essere costellata di crisi aziendali con migliaia di posti di lavoro che sono stati persi o sono fortemente a rischio. La nuova “Mappa delle crisi”, realizzata dalla Cgil dell’Umbria, è una testimonianza, prima di tutto visiva, dell’intensità e della profondità dei processi di destrutturazione e impoverimento dell’apparato produttivo umbro. Realizzata grazie al monitoraggio quotidiano delle crisi e delle vertenze da parte delle categorie del primo sindacato regionale, la mappa descrive un quadro senza dubbio molto preoccupante, addirittura peggiorato rispetto alla precedente rilevazione (estate 2013), con circa 190 situazioni di criticità segnalate nei vari settori.

La novità di questa edizione della mappa sta poi nella sua completa “digitalizzazione”. Grazie a Google Maps, all’indirizzo bit.ly/mappacrisi, è infatti possibile analizzare nel dettaglio le varie zone della regione e osservare, grazie alla diversa colorazione degli indicatori, la situazione dei vari settori produttivi. Naturalmente, si tratta comunque di quadro incompleto, che include soltanto le attività produttive nelle quali il sindacato, la Cgil in particolare, è presente. Restano quindi escluse certamente tantissime realtà, soprattutto di piccole dimensioni, che andrebbero ad aggravare ulteriormente il quadro di insieme.



Da una prima analisi della mappa appare evidente come i due capoluoghi, Perugia e Terni, siano i fulcri principali della crisi, che si dipana poi lungo un asse principale, che costeggia la strada statale 75, attraversando la Valle Umbra e toccando quindi altri due importanti comuni della regione, Foligno e Spoleto. Sembra invece in miglioramento, rispetto alla precedente rilevazione, la situazione della zona nord della regione, l’Alta Valle del Tevere, territorio caratterizzato da una significativa presenza di aziende metalmeccaniche, in particolare dell’automotive, settore che dopo una caduta verticale vive attualmente una fase di ripresa. Altre zone dove si segnalano invece criticità abbastanza diffuse sono l’Orvietano e la zona del Trasimeno.

A livello di settori, il metalmeccanico e il terziario-commercio-servizi fanno registrare da soli quasi la metà delle crisi complessive censite, in entrambi i casi 47. Ma mentre l’industria metallurgica soffre prevalentemente in provincia di Terni, dove la ristrutturazione di Ast fa sentire tutto il suo peso, il commercio e il terziario soffrono di più in provincia di Perugia, con 29 situazioni di criticità censite.