“La Regione deve fare un passo indietro sul dimensionamento degli istituti scolastici, per evitare che un’impostazione burocratica ed eccessivamente rigoristica porti alla perdita di posti di lavoro e a pesanti conseguenze sulla qualità della scuola toscana'”. A chiederlo sono i sindacati della Toscana del comparto della conoscenza (Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda Unams, Snals Confsal). lamentando anche una scarsa attenzione alla concertazione a livello territoriale.

“La Regione – spiegano i sindacati – ha messo a punto il nuovo Piano di dimensionamento scolastico con l’offerta formativa complessiva regionale per tutti gli ordini di scuola, dalle materne alle superiori. In questo modo, per voler fare la prima della classe, finisce per non tutelare personale e famiglie della Toscana. Così la scuola toscana vivrà il paradosso di essere stata la più virtuosa, ma di subire le conseguenze più pesanti”.

E così concludono: “La Toscana ha adottato da tempo, per ragioni didattiche, quel criterio degli istituti comprensivi che il precedente governo ha voluto per risparmiare risorse, introducendo una soglia di minimo mille studenti per istituto, sotto la quale i differenti istituti vanno accorpati. Già vicinissima all’obiettivo posto dal ministero, la Toscana ha voluto andare oltre, nonostante altre regioni siano ben lontane da questi parametri”.