“La Toscana si è impoverita, aumentano i disoccupati e i precari, calano i redditi. Solamente un terzo delle imprese va bene - quelle inserite nei mercati internazionali che hanno fatto investimenti consistenti - . Le altre sono ferme o si stanno fermando”. Così Alessio Gramolati, segretario generale della Cgil Toscana, intervistato da RadioArticolo1 durante la trasmissione Italia Parla (qui si può ascoltare il podcast). “Guardando ai primi sei mesi dell'anno - osserva - vediamo un consistente incremento dei licenziamenti. La situazione è persino peggiore della media italiana: ne abbiamo avuti 13mila, circa il 13% in più rispetto all'anno passato”.

Livorno è in ambasce. Qui non a caso il 25 novembre c'è lo sciopero generale unitario di Cgil Cisl Uil. “La prima richiesta è quella di non licenziare, la seconda è come reindustrializzare”, precisa Gramolati. Il caso più urgente è certamente quello della Trw dove i posti a rischio sono addirittura 500. “La multinazionale ha cambiato atteggiamento in due mesi e ora pretende di chiudere lo stabilimento nel giro di poche settimane senza dimostrare alcuna responsabilità verso chi resta”. Dubbi anche sul futuro dello stabilimento Eni (“non si sta rispettando il piano di investimenti, anzi si discute di una possibile dismissione”) e in generale per quasi tutta la costa, da Massa fino ad arrivare a Grosseto.

C'è poi il caso della Lucchini di Piombino: “Qui almeno l'accordo di programma, fortemente voluto dalla Cgil e dalla Fiom, ha riacceso l'attenzione di due importanti gruppi, uno algerino e uno indiano. Le due proposte non sono identiche, soprattutto a livello occupazionale. Vedremo se prevarrà l'interesse del lavoro o quello di altri soggetti, come Federacciai. che mi pare non abbiano molto a cuore il bene comune”. Ultimo scatto sulla Toscana riguarda Massa Carrara travolta dall'alluvione. “Stiamo lavorando per sostenere le persone colpite. La Camera del lavoro si è subito fatta promotrice di un lavoro volontario fatto dai nostri militanti e dai dirigenti che sono stati a spalare il fango sin dalle ore successive alla tragedia. Da allora, tutte le mattine una delegazione delle Camere del lavoro si avvicenda per aiutare nell'emergenza”.

Venendo a temi più generali, “spero che il governo - sottolinea Gramoltati - dia ascolto alla nostra mobilitazione e ci sia la forza intanto di ascoltare il paese per correggere il Jobs Act: non possiamo permetterci di nuovo una ricetta sbagliata, non c'è più tempo”. Così come bisogna modificare i tagli contenuti nella legge di Stabilità. “Quando parliamo degli enti locali non pensiamo mai alle ricadute. Per la sanità, ad esempio, dovremmo reperire risorse per circa 300 milioni sui 450 che vengono a mancare complessivamente. È chiaro che non regge. Lo stesso accade per le Province: parliamo di riscaldamento delle scuole, di manutenzione delle strade, dell'assetto idrogeologico”.

Nel percorso verso lo sciopero generale del 12 dicembre, conclude, “continueremo a portare la nostra informazione in tutti i luoghi di lavoro. C'è una capillare campagna d'informazione nelle assemblee e sui territori. Il 28 faremo una giornata di mobilitazione all'insegna dell'inclusione, dell'informazione e della solidarietà, in tutte le città e le nostre sedi saranno aperte dalla mattina dalle 7,30 fino alle 23”. In programma ci sono anche i cosiddetti 'scioperi al contrario'. "A Pistoia terremo aperti quattro musei; a Firenze ci si organizza per rimettere in sesto l'orto botanico devastato dal maltempo; a Carrara continua il lavoro per gli sfollati”. Per il resto, conclude, “servirebbe un governo che non si occupa solo delle inaugurazioni, cosa assolutamente importante, ma anche delle tragedie che qualche volta incrociamo”.