Sono ancora sul tetto dello stabilimento di Termini Imerese, i lavoratori della Delivery email, ditta operante nel settore Multiservizi che gestisce le attività di pulizia dei cassoni per la raccolta dei materiali dello stabilimento della Fiat.

La protesta è iniziata il 19 gennaio, dopo aver ricevuto le lettere di licenziamento inviate dall’azienda in seguito alla decisione della Fiat di interrompere il servizio dato in appalto. Sono passate tre notti, ieri uno di loro ha accusato un malore ed è stato trasportato d’urgenza in ospedale, moglie e figli si sono uniti alla protesta bloccando le entrate dello stabilimento così come gli stessi operai della Fiat che stanno scioperando a sostegno della vertenza.

“È una situazione drammatica, siamo molto preoccupati - afferma Franco Martini, segretario generale della Filcams Cgil, che lunedì si recherà personalmente a Termini Imerese - sono forme di lotta estreme, gesti disperati, gli unici che, purtroppo, al momento vengono presi in considerazione ma sono sintomo di un malessere e di una tensione generale del Paese. È un problema che, come sindacato, ci riguarda da vicino”.

I lavoratori hanno oggi dichiarato di non voler scendere se non con la certezza del lavoro. Il problema della chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese coinvolge tutti i lavoratori degli appalti operanti al suo interno, circa 400 persone. È pertanto indispensabile che la gestione della vertenza riguardi l’insieme del sito produttivo, ed è per questo che le diverse categorie sindacali coinvolte stanno operando insieme.   

“Esprimiamo tutta la solidarietà ai nostri lavoratori” prosegue Martini “ci siamo già attivati per richiedere interventi a livello locale e nazionale, faremo di tutto per risolvere la situazione e far tornare a casa dalle loro famiglie gli stessi”.