Sindacati di nuovo in piazza contro il caporalato e il lavoro nero in agricoltura. Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil saranno oggi (martedì 19 luglio) in presidio a Roma, in piazza del Pantheon alle ore 10, per chiedere la rapida approvazione da parte della Commissione Agricoltura del Senato del disegno di legge 2217 sulla lotta al caporalato e sul rilancio della “Rete del lavoro agricolo di qualità” introdotta dal piano d’azione “Campolibero” (contenuto nella legge 116 dell’agosto 2014). Alla manifestazione partecipano oltre 500 delegati provenienti da tutta Italia e il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

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“Il caporalato è un'onta per tutti” ha detto Camusso il 14 luglio scorso, partecipando a un’iniziativa di Confagricoltura: “Ognuno deve fare la propria parte, perché combattere il caporalato è una priorità per il paese”. Il segretario generale Cgil ha quindi chiesto “al governo di passare dalle tante parole ai fatti, insistendo perché il Parlamento approvi velocemente il disegno di legge, fermo al Senato dal gennaio scorso (ndr. malgrado gli fosse stata assicurata una corsia preferenziale), che recepisce norme importanti avanzate unitariamente dai sindacati”.

Il provvedimento venne proposto dal governo in seguito alla forte emozione suscitata in Italia dalla morte della bracciante Paola Clemente, deceduta nelle campagne di Andria il 13 luglio 2015. “È passato un anno dalla morte della signora Paola Clemente che sembrò scuotere le coscienze di tanti, compresa quella di politici e rappresentanti delle istituzioni” spiegava giorni fa in una nota la segretaria generale Flai Cgil Ivana Galli: “Nell’agosto scorso sembrava che fosse urgente sconfiggere caporalato, sfruttamento, lavoro nero. Da quella urgenza siamo arrivati a oggi”. Il caporalato, aggiungeva, è un “fenomeno antico che si presenta negli ultimi dieci anni con una rinnovata virulenza, che lo rende anello di una filiera di illegalità lunga e complessa. Ma oggi abbiamo tutti gli elementi per far sì, se c’è la volontà da parte di tutti, di non far passare altri cento anni per sconfiggere questa forma di sfruttamento nei confronti di tanti lavoratori agricoli, indegna di un paese civile e moderno”.

Il disegno di legge 2217 contiene norme importanti contro il caporalato, che coinvolge oltre 400 mila lavoratori agricoli (sia italiani sia stranieri) e rappresenta una fonte di economia illegale del valore di 14-17 miliardi di euro. La misura prevede, tra i vari interventi, anche la confisca dei beni alle aziende colpevoli (come nel caso della lotta alle mafie), l'arresto in flagranza di reato e l'indennizzo alle vittime.

Il provvedimento dà anche nuovo vigore alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, lanciata per rendere sempre più trasparente e regolare il lavoro agricolo, prevedendo che sindacati (Fai, Flai e Uila) e associazioni imprenditoriali (Confagricoltura, Coldiretti e Cia) gestiscano assieme domanda e offerta di lavoro a livello provinciale o comunale. Un sistema, però, che – come ha dichiarato il 14 luglio scorso il presidente dell’Inps Tito Boeri – purtroppo ancora non decolla, visto che vi hanno aderito solo 750 aziende (e 2.300 domande sono in attesa di risposta) su un potenziale di circa 200 mila imprese agricole.