Qualche migliaio di cartoline recapitate a mano da Cgil Cisl Uil Puglia al presidente Emiliano. Un unico messaggio: occupati della salute dei pugliesi. È solo una delle iniziative della lunga mobilitazione messa in campo dai sindacati confederali rispetto alla scelte della Regione in materia di riordino ospedaliero e politiche della salute.

Al presidente, che ha scelto di tenere per sé la delega alla Sanità, Cgil Cisl Uil assieme alle categorie del pubblico impiego e dei pensionati hanno da tempo consegnato un dossier con proposte dettagliate per riformulare un piano che rimodula posti letto e presidi sanitari in tutto il territorio, rispondendo soprattutto a logiche di bilancio e seguendo le strettoie imposte dal Governo.

Ma l’incontro del 12 dicembre ha finalmente prodotto un verbale di intesa. “Abbiamo apprezzato - commenta Pino Gesmundo, Segretario Generale della Cgil Puglia - la disponibilità del presidente ad accogliere le istanze di merito che rispondono alle esigenze dei cittadini pugliesi, a partire dalla non prorogabile questione dell’abbattimento delle liste di attesa, che gridava vendetta e andava affrontata velocemente”.

Nell’accordo si sancisce l’avvio “di un audit sociale che è mancato fino ad ora e che avrebbe forse aiutato la Regione a fare scelte di segno differente. Il nostro impegno è finalizzato a garantire più servizi e con più qualità ai cittadini pugliesi – sottolinea Gesmundo – affrontando la questione della sostenibilità dei costi in maniera oculata. Ad esempio proponiamo la centrale unica di acquisti che è uno strumento utile a garantire trasparenza e tenere sotto controllo la spesa”.

Tra le proposte una diversa rimodulazione dei posti letto nelle province e investimenti sulla prevenzione, l’organizzazione di una rete territoriale socio-sanitaria e un piano di assunzioni utile a coprire gli organici carenti nella regione: “Nell’accordo sottoscritto – ricorda il segretario generale della Cgil Puglia – c’è l’impegno a definire in sintonia con il Ministero un piano straordinario di assunzioni del personale sanitario per il periodo 2017-2019, per risolvere una carenza rilevata di oltre 5mila unità. Indicando tempi e procedure per velocizzare il processo di reclutamento e utilizzando i risparmi di spesa. Così come abbiamo chiesto un’attenzione particolare per la situazione di Taranto, che tra le province è forse la più colpita dal piano di riordino e che invece deve vedere risposte emergenziali che la situazione specifica richiede”.

“Abbiamo anche concordato - continua Gesmundo - sul rafforzamento di un principio di responsabilizzazione dei centri di decisione nei territori, lì dove svilupperemo una fase di confronto serrato circa utilizzo delle risorse e raggiungimento degli obiettivi. Penso all’organizzazione della rete territoriale socio-sanitaria e all’emergenza urgenza. Insomma, basta gestione corrente, occorre investire sulle eccellenze, sulla prevenzione, riequilibrando la spesa senza ridurre servizi ai cittadini, soprattutto alle fasce più deboli. Solo così si limita la mobilità passiva, che rappresenta un costo in più per la Regione oltre che un disagio per i cittadini, e si dà una risposta alla crescente e drammatica condizione di chi rinuncia alle cure perché non è più in grado di sostenerne i costi”.

La fase di concertazione a livello regionale e territoriale nonché aziendale “sarà il modo per verificare – conclude – che quanto previsto dal documento di intesa venga attuato nei tempi previsti. Altrimenti saremo nuovamente sotto la sede della giunta pugliese a protestare”.