I lavoratori di Raiway sono arrivati oggi, 11 marzo, da tutta Italia per manifestare la contrarietà alla cessione della loro azienda. Due i presidi dei sindacati (Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind-ConfSal) di fronte al ministero dell’Economia e a quello dello Sviluppo economico, nel corso dei quali sono stati distribuiti tremila volantini.

Una delegazione è stata poi ricevuta da un rappresentante della direzione generale del dicastero dello Sviluppo, cui è stata consegnata la lettera aperta indirizzata al ministro Paolo Romani sottoscritta da 500 lavoratori Raiway. I dirigenti ministeriali, riferisce una nota della Slc Cgil, si sono detti disponibili a un incontro ufficiale con le parti che sarà convocato dopo avere una serie di approfondimenti sia con Romani, sia con il ministero dell’Economia, proprietario dell’azienda, cui stamattina è stato consegnato identico materiale.

I sindacati, si legge in una nota, "ricordano il valore dell’impegno dei lavoratori Raiway per la digitalizzazione della rete, fatta nei tempi, modi e a costi più efficienti possibili, cosa che ha permesso di risparmiare sugli appalti, e chiudere in attivo il bilancio. A tutt’oggi però i lavoratori continuano a operare spostandosi in tutta Italia, per proseguire il processo di riconversione al digitale terrestre, per garantire la ricezione del segnale a tutti gli utenti, e quindi il servizio universale cui la Rai è tenuta: un impegno non adeguatamente considerato dall’azionista che ancora non si è pronunciato sulla proposta di cessione".

Le organizzazioni dei lavoratori hanno anche criticato l’intero impianto del piano industriale che, a loro giudizio, "determina il risparmio attraverso la vendita di un asset strategico che ha visto investimenti pubblici per 400 milioni di euro, al solo scopo di fare cassa e non tenendo conto del futuro aggravio che sul bilancio aziendale avrebbe il costo dell’affitto della medesima infrastruttura, oltretutto rinunciando ai possibili ricavi determinati da un mercato in espansione".