“Oggi è l'ultimo giorno di lavoro dei 38 lavoratori di Rai Corporation, società che da 51 anni è la finestra della Tv di Stato negli Stati Uniti. L’operazione, ideata dal vicedirettore generale Gianfranco Comanducci e assunta con deliberazione del 29 novembre dal Consiglio di Amministrazione, nonostante l’opposizione dei sindacati, non ha trovato una soluzione positiva. Con Rai Corporation se ne va, dunque, un riferimento importante del nostro paese per gli italiani all’estero, per le attività e l’immagine della Rai negli Stati Uniti”.

Così annuncia una nota congiunta di Slc Cgil, Fistel Cisl e Snater, che così prosegue: “Ottimizzazione delle risorse e chiusura, sono due concetti per noi in antitesi e lo sono soprattutto per i 38 lavoratori interessati dai licenziamenti. Resta l’amarezza di non essere riusciti a convincere l’azienda della gravità del danno che è portato anche al patrimonio Rai e della possibilità di imboccare un’altra strada virtuosa”.

“Nell’ultima discussione – prosegue il comunicato – la Rai ha rifiutato un’ultima proposta a salvaguardia almeno dei livelli occupazionali: inserire delle clausole sociali nel contratto che dovrà stipulare con l’agenzia di servizio, al fine di consentire ai lavoratori licenziati di trovare comunque un’occupazione che abbia il senso della continuità professionale".

"Va sottolineato che la quasi totalità di questi lavoratori è italiana o di origine italiana, molti di loro si sono trasferiti a New York su proposta aziendale, e alcuni di loro, con questo licenziamento, dopo essersi costruiti una famiglia, perderanno, oltre all’assistenza sanitaria, il permesso di soggiorno rischiando di essere espulsi dagli Stati Uniti. Fino ad oggi, questi lavoratori, e altri che con diverse forme contrattuali lavoravano per Rai Corporation, non sono stati contattati da nessuno del personale della Rai, non ricevendo nessuna proposta o telefonata di cortesia, con l’effetto che da domani saranno senza lavoro e probabilmente all’inizio di un contenzioso con la Rai. Questo è il regalo che il direttore generale, Lorenza Lei, fa subito dopo la Pasqua ai suoi dipendenti oltreoceano”.

A questa chiusura si uniscono quelle di una serie di Uffici di corrispondenza: Nairobi, Beirut, Istanbul, Nuova Delhi, Buenos Aires, Madrid e Mosca, con un ulteriore numero di licenziati. “A tutti questi colleghi – conclude il comunicato – va la nostra solidarietà oltre che l’impegno nostro a ricercare soluzioni diverse: è necessario però aggiungere che, al danno per i dipendenti, si unisce la carenza gestionale delle prossime settimane o mesi. Infatti, gli uffici di corrispondenza smobilitati, che avevano costituito negli anni rapporti commerciali e istituzionali, non potranno più fornire materiali, collegamenti, interazioni col territorio di riferimento. Questa scelta dei vertici di Viale Mazzini sta già producendo un problema alle reti, le quali, non avendo avuto indicazioni per nuove procedure o riferimenti di agenzie di cui servirsi, sono impossibilitati all’interazione con paesi come la Russia, l’India, l’Argentina, la Turchia, eccetera”.